La Gazzetta dello Sport - Puglia

«Gasp è da impresa Ma Carlo ha reso saggi i suoi tanti campioni»

Il viaggio Stamattina allenament­o, la Dea decolla per Varsavia dopo pranzo. Conferenza di Gasp alle 16.45 con De Roon e Lookman, rifinitura alle 17.30 «Mi spiace che una gara potenzialm­ente bellissima si giochi fra due squadre non ancora al top»

- di Andrea Schianchi ⏻

segnati da Charles De Ketelaere la scorsa stagione con la maglia dell’Atalanta, in 50 presenze complessiv­e, per un totale di 2.940’ giocati: 10 in campionato (più otto assist), due in Europa League (due assist) e due in Coppa Italia (un assist) i gol segnati da Mateo Retegui nella passata stagione con la maglia del Genoa, in 31 presenze complessiv­e, per un totale di 2.371’ giocati: sette in campionato (più due assist) e due in Coppa Italia (un assist)

Tra un bagno e l’altro nel mare di Milano Marittima, dopo aver fatto una scorpaccia­ta di Olimpiadi e aver gioito per i successi degli italiani, ammirandon­e spirito di sacrificio e senso di appartenen­za, Arrigo Sacchi si prepara al debutto del grande calcio che, Coppa Italia a parte, comincia con la supersfida di Supercoppa Europea tra Real Madrid e Atalanta.

▶ Come la vede?

«Premessa: mi dispiace che una partita potenzialm­ente bellissima venga disputata in un periodo della stagione in cui le squadre non sono ancora al top. Perché non giocarla fra due mesi? Se si vuole regalare spettacolo alla gente, bisogna anche consentire ai giocatori di prepararsi al meglio. Un mese fa hanno finito l’Europeo e adesso sono già in campo per contenders­i un trofeo importante. Troppi impegni, non c’è tempo per allenarsi».

Sarà un duello italiano in panchina: Ancelotti contro Gasperini.

«Due allenatori che cercano, con modi e stili diversi, di mettere in difficoltà l’avversario. Non pensano a difendersi, ma attaccano e cercano il dominio del campo».

▶Che cosa le piace di Gasperini?

«In questi anni, alla guida di una squadra come l’Atalanta che non è mai stata tra le grandi del nostro campionato, ha fatto cose straordina­rie. Di lui ammiro l’aggressivi­tà, che inevitabil­mente comporta anche rischi».

▶ In che senso?

«Beh, spesso, giocando in quel modo, i suoi ragazzi si trovano ad affrontare gli avversari nell’unocontro-uno. Vuol dire che l’allenatore ha coraggio e riesce a trasmetter­lo a tutta la squadra. E se uno ha coraggio, significa che ha conoscenze, perché soltanto attraverso le conoscenze puoi superare le difficoltà».

▶Ancelotti è cresciuto alla sua scuola e ha vinto dappertutt­o.

«Io dico sempre che Carletto è un’encicloped­ia del calcio. Per lui questo sport, questo ambiente, questo mondo non hanno segreti. Conosce tutto e sa come sfruttare al meglio il suo enorme bagaglio di esperienza».

Che cosa le piace del suo modo di allenare?

«Carlo riesce a gestire tanti campioni di altissimo livello e da loro ottiene sempre risposte importanti. Visto come gli attaccanti del Real ripiegano in difesa per aiutare i compagni? E chi credete sia stato a convincerl­i? Lui sa che si vince con il collettivo e che il

Arrigo Sacchi su Carlo Ancelotti singolo deve mettersi a disposizio­ne degli altri».

▶ Torniamo all’Atalanta: può fare l’impresa?

«Perché no? Premesso, come dicevo prima, che in questo periodo nessuno è al massimo della condizione, ci sta che una squadra sulla carta più debole possa riuscire a batterne una più forte. Dell’Atalanta ho ancora negli occhi le prestazion­i contro il Liverpool e contro il Bayer Leverkusen: sono stati straordina­ri. Se sono nella serata giusta, sono capaci di giocare un calcio fantastico, che emoziona la gente».

Il Real Madrid, però, ha tanto talento e tanti campioni.

«Verissimo, però i campioni devono dimenticar­si di essere tali e mettersi al servizio della squadra. Allora sì che potranno sviluppare quel calcio di possesso, basato sulla tecnica, che loro amano. Carlo vuole che le sue squadre abbiano la padronanza del campo, però ha insegnato agli spagnoli che quando ci si deve difendere è opportuno ricompatta­rsi e non lasciare spazi agli avversari».

▶Un aggettivo per descrivere Gasperini?

«Europeo. La sua Atalanta, a differenza della maggior parte delle squadre italiane, rischia, non tiene tanti uomini in difesa, aggredisce, non ha paura».

E un aggettivo per Ancelotti?

«Saggio. È attraverso la sua saggezza, che è una naturale qualità della persona, che è riuscito a conquistar­e il pubblico e i giocatori che ha allenato e che allena. Dove altri arrivano con le imposizion­i, lui arriva con il dialogo».

TEMPO DI LETTURA 2’48”

Carlo Ancelotti

Gian Piero Gasperini

Visto come gli attaccanti del Real aiutano in difesa? E chi credete che li abbia convinti?

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