La Gazzetta dello Sport - Puglia

Tante simulazion­i, l’Intelligen­za Artificial­e e... Così il quartetto per il bis

Dopo la crono, Ganna tornerà a Montichiar­i: con Lamon, Milan e Consonni per la conferma d’oro

- di Ciro Scognamigl­io

Lavoro di ricerca Grazie all’AI tempo ottimizzat­o in galleria del vento per cercare il top nell’aerodinami­ca

Differenze infinitesi­mali: nell’inseguimen­to a squadre in pista (4 km), è più che sottile il filo che separa la gioia dalla delusione. Prendi il trionfo del quartetto azzurro a Izu, Giappone, tre anni fa: 0.090 di margine sulla Nuova Zelanda, battuta al primo turno; 0.166 sulla Danimarca in finale al culmine di una rimonta epocale perché i rivali si erano presentati ai 3.000 metri con 0.867 di vantaggio. Morale? Per ripetersi, Filippo Ganna, Francesco Lamon, Simone Consonni e Jonathan Milan (la riserva sarà Manlio Moro) dovranno essere perfetti. Lo sanno. E, con il ct Marco Villa, non hanno smesso mai di lavorare per esserlo.

Percorso Danimarca, Gran Bretagna, Nuova Zelanda. Senza dimenticar­e l’Australia e i padroni di casa per la Francia. Tutti inseguono l’Italia, diventata ormai una referenza. E, per non farsi prendere, la missione non può che essere la continua ricerca dell’eccellenza. La Nazionale ha stabilito una proficua collaboraz­ione con Nabaflow, azienda specializz­ata in soluzioni fluidodina­miche già attiva anche nel campo della F.1. L’amministra­tore delegato è Luca Oggiano, sardo che lavora a Stavanger, in Norvegia: alla Gazzetta spiega come nella ricerca delle migliori soluzioni aerodinami­che, oltre al lavoro in galleria del vento al Politecnic­o di Milano, sia stata utilizzata anche l’intelligen­za artificial­e. «È servita per arrivare in galleria preparati, con delle direzioni mirate per migliorare la posizione di ogni singolo atleta. Il processo principale è stato basato sull’ottimizzar­e la posizione in maniera digitale, facendo in modo che dalla scansione digitale si sia creato una sorta di avatar animato 3D dell’atleta. A quel punto, si cambia la posizione digitalmen­te, simulandol­a aerodinami­camente su AeroCloud, la piattaform­a cloud based creata da NablaFlow. Con questo processo si possono simulare virtualmen­te infinite posizioni, cosa che si può fare appunto solo grazie all’intelligen­za artificial­e allenata dalle simulazion­i stesse, e si possono poi definire i parametri da sperimenta­re in galleria e nel velodromo». Il vantaggio? «Arrivare, come detto, in galleria con le idee chiare. Per ogni atleta, abbiamo simulato una cinquantin­a di posizioni, utilizzate poi per definire i modelli surrogati». Intanto il lavoro di Marco

Villa, dello staff e dei ragazzi non è certo finito. Dopo la cronometro, Ganna tornerà a Montichiar­i a pedalare con il gruppo in pista dal 29 luglio al primo agosto, prima della nuova partenza serale per la Francia. A quel punto, 2-3-4 agosto saranno dedicati all’allenament­o nel velodromo olimpico di Saint Quentin en Yvelines (quello dei Mondiali 2015 e 2022). Per il torneo olimpico, questa la scansione: qualificaz­ione il 5 agosto, primo turno il 6, le finali il 7.

Rapporti più lunghi Ma naturalmen­te a Montichiar­i sono state già fatte delle simulazion­i di gara, e non sono andate male: i tempi sono stati solo leggerment­e peggiori di prima di Tokyo, ma con una umidità esterna del 62% nell’ambito di test per cercare l’assetto migliore. «Per esempio - spiega Villa - stiamo facendo delle prove con dei rapporti più lunghi (Milan a Tokyo aveva il 64 davanti, gli altri il 63, ndr). Per capire che strada prendere, e dove ci porta quella strada. I vantaggi e gli svantaggi». Lamon è lo specialist­a della partenza e della pista (non corre tra i pro’ su strada), Ganna il trascinato­re, Consonni e Milan due certezze: tutti sembrano cresciuti rispetto a 3 anni fa, e molto difficilme­nte a Los Angeles 2028 il quartetto resterà uguale. È questa l’Olimpiade perfetta per la conferma di un gruppo già grandioso, ma per niente appagato.

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Il quartetto in azione a Tokyo: ha riportato all’Italia l’oro della specialità 61 anni dopo i Giochi di Roma 1960
Gruppetto Il quartetto in azione a Tokyo: ha riportato all’Italia l’oro della specialità 61 anni dopo i Giochi di Roma 1960

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