La Gazzetta dello Sport - Puglia
I cuori di Spagna e Francia che battono a ritmi diversi
Lo spagnolo comanda il gioco della Roja e ha già segnato in questo Europeo ma il francese è più offensivo: è il terzo centrocampista del torneo per occasioni create RODRI KANTÉ
L’invincibile di Guardiola
Rodri, 28 anni, regista della Spagna e del Manchester City. Con lui in campo la squadra di Pep quest’anno ha perso una sola partita 28 anni Centrocampista
Squadra di club
Con la Spagna
N’GOLO
33 anni Centrocampista
Squadra di club
Con la Francia domina e domina lontano da Unai Simon, se è vero che 213 di quei palloni sono stati distribuiti nella metà campo avversaria.
Ottavo duello Kanté è più offensivo, almeno come propensione, rispetto al collega che pure ha segnato un gol ed è andato al tiro lo stesso numero di volte (5). C’è un dato singolare: la Francia non ha segnato neppure una rete su azione, eppure il giocatore dell’Al Ittihad è il terzo centrocampista di tutto l’Europeo per quantità di occasioni create, 10. Qui Rodri non si vede. Si sente di più nell’altra fase, quella dei palloni recuperati: il francese si ferma a 20, lo spagnolo è a 29 (e sempre con 65 minuti di meno sulle gambe). Oggi i due si incroceranno più di una volta. E si conoscono, mica è una novità. In carriera si sono affrontati già sette volte. Storie da Premier League, storia di Manchester City e Chelsea, storie in equilibrio: quattro vittorie per lo spagnolo, tre per il francese. Rodri ha voglia di allungare e ha ben chiaro che cosa lo aspetta stasera: «Sarà una partita molto fisica – ha detto -, dovremo essere forti nei duelli. E senza palla dovremo essere molto solidi. La Francia è una squadra molto difficile da battere. Ma porteremo la partita dove vogliamo noi. Non abbiamo paura, sappiamo quello che vogliamo, possiamo battere qualsiasi rivale». E s’è visto fin qui: «Il nostro segreto è saper giocare in tanti modi differenti – ancora Rodri -, abbiamo fatto partite tanto diverse tra di loro. E ora abbiamo un’altra possibilità per imparare». Magari con l’obiettivo di formare un’altra generazione d’oro: «Ricordo di aver esultato nel 2008 da tifoso e di aver festeggiato molto nel 2010. Quando ha iniziato, neppure quella generazione sapeva di essere d’oro. Noi abbiamo vinto la Nations e ora siamo qui». Anche grazie a un fenomeno come lui. E a chi gli ha chiesto se si vede come futuro vincitore del Pallone d’oro, ha risposto così: «Tutto quel che faccio è per la squadra. E lo dico: gioco nella posizione più bella di tutte».
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