La Gazzetta dello Sport - Bologna
Commissione Ue Breton lascia: «Von der Leyen ha tramato»
Il sospetto della “talpa interna” 4 e le altre polemiche sulla sicurezza.
Secondo le autorità, l’attentatore di Trump sarebbe rimasto in giro per 12 ore nell’area vicino al club di golf, prima di essere affrontato dall’agente del Secret service. Le indagini si concentrano proprio su Routh, su come si sia procurato l’arma e su come sapesse che Trump fosse nella struttura. Il programma degli impegni del tycoon non è più pubblico. In più, il riserbo è massimo dopo l’attentato fallito a luglio. Il timore, secondo alcune fonti, è quello di una “talpa interna” alla squadra che segue Trump. Ma Routh potrebbe essersi trovato in modo fortuito lì dove c’era il tycoon. Un altro nodo è quello della sicurezza dell’ex presidente che, non essendo più alla Casa Bianca, non è protetto più come in passato. A complicare il lavoro degli agenti c’è la sua passione per gli eventi all’aperto e per il golf, che rendono più complessa la protezione. In ogni caso, stavolta è andata diversamente rispetto alla Pennsylvania. E il Secret service, dopo le polemiche e le dimissioni a catena, si prende una “piccola rivincita”. «L’agente ha fatto un lavoro perfetto. Il Secret service ha fatto quello che doveva fare» è stato il plauso pubblico dello sceriffo Bradshaw. Ma restano i dubbi.
Come l’episodio può condizionare 5 il voto.
È una campagna elettorale segnata dalla violenza. E il nuovo tentativo di colpire Trump alza il livello dello scontro. Il tycoon ha tutto l’interesse a cavalcare la situazione («Non mi arrendo, vado avanti» ha subito ripetuto), accusando l’avversaria Harris e il presidente Biden di fomentare un elettorato già spaccato a metà. E la polemica viene rinfocolata persino dal magnate Elon Musk (che Trump vuole in squadra, in caso di vittoria), con un post sui social in cui si chiedeva come mai nessuno cercasse di uccidere Biden e Harris. «Affermazioni inaccettabili» per la Casa Bianca, tanto da costringere Musk a rimuoverle. «La violenza politica va sempre condannata e non può trovare spazio negli Stati Uniti», hanno ripetuto anche ieri Harris e Biden. Ma il livello di allarme politico-sociale resterà altissimo, in questi ultimi 49 giorni di campagna elettorale.
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Un’altra spina per Ursula von der Leyen, e stavolta si tratta di un colpo di scena che agita Bruxelles. «Mi dimetto con effetto immediato», ha annunciato Thierry Breton, commissario europeo uscente per l’Industria e il Mercato interno, indicato dalla Francia per un secondo mandato. Breton ha pubblicato su X la durissima lettera inviata alla presidente della Commissione Ue, accusandola di aver tramato alle sue spalle, facendo pressioni sull’Eliseo affinché proponesse un altro candidato («Hai chiesto di ritirare il mio nome per motivi personali»). Breton, che parla di «governance discutibile», ora dovrebbe essere dirottato a Parigi al ministero dell’Economia, mentre al suo posto Emmanuel Macron ha indicato Stéphane Séjourné, attuale ministro per l’Europa e gli Affari esteri. Comunque non erano un mistero gli attriti tra Breton e Von der Leyen, spesso su posizioni differenti: in primavera, durante il congresso del Ppe, il francese commentò sferzante un eventuale bis della tedesca. Oggi Von der Leyen illustrerà la nuova Commissione, dopo settimane di polemiche e veti incrociati. Una delle spine riguarda Raffaele Fitto (ieri da Mattarella): non è da escludere che il passo indietro di
Breton possa rimescolare il pacchetto di deleghe che gli verrà riservato.
Il caso
Thierry Breton, 69 anni, con Ursula von der Leyen, 65
L’ ESPOSIZIONE A MILANO