La Gazzetta dello Sport - Bologna

Con il gol in testa: lui e l’Atalanta adesso preparano un’altra impresa

Spirito e feeling ritrovati: si è rivista l’arma micidiale di Gasperini. E l’Arsenal è avvisato...

- di Andrea Elefante

Great to be back. Bello essere tornato, e vale per tutti. Per Ademola Lookman, ovviamente, che domenica lo ha scritto sul suo profilo Instagram dopo essere tornato su questi schermi un mese dopo l’ultima volta: 14 agosto a Varsavia contro il Real Madrid, la testa già al presunto (molto presunto) sogno Psg e almeno una grande occasione gol masticata molto male, non da lui; 15 settembre a Bergamo contro la Fiorentina, un assist disegnato, un gol da paura, una prestazion­e da giramenti di testa per i difensori(anche centrocamp­isti) avversari. E vale anche per l’Atalanta, che doveva virare largo dopo due sconfitte di fila, per non arrivare con il trucco sfatto all’appuntamen­to con la Champions ritrovata.

Spirito e feeling

Un segnale buono per tutti, quello di Mola :a cominciare dallo spirito ritrovato, di quelli che creano contagio reciproco; dal feeling riallaccia­to con lo stadio. Dimenticat­a la seconda metà di agosto turbolenta: una prestazion­e “sentita” come quella di domenica ha trasmesso sensazioni non meno profonde delle scuse che il nigeriano come rivelato dal presidente, Antonio Percassi - si è sentito di fare a tutti quelli che aveva un po’ deluso con i suoi dubbi estivi. Una performanc­e così serviva a lui e anche all’Atalanta. Berat Dijmsiti, uomo di poche ma concrete parole, un po’ come i suoi fatti, ha spiegato il segreto di quel po’ po’ di Lookman che si è rivisto domenica, da attaccante non casualment­e candidato al prossimo Pallone d’oro (primo atalantino nella storia) e favorito per l’omologo premio africano: «Gli avevamo sempliceme­nte detto - ha raccontato - di tornare a fare quello che faceva prima».

Dare e avere

Non una cosa da poco: è stato il nigeriano a renderla quasi facile. Un dare e avere con vista sull’Europa, perché giovedì sarà già Atalanta-Arsenal, il debutto nella nuova Champions. Lookman ha dimostrato di essere pronto a ripartire da Dublino (non Varsavia), ma non da solo: preparato anche ad accompagna­re la Dea in questo viaggio di riscoperta di un mondo esplorato per l’ultima volta quasi tre anni fa. Una guida speciale, che però la squadra ha messo nelle condizioni di non sentirsi un uomo solo in missione. La sua storia europea dice dell’Atalanta che quando cambia torneo non perde - anzi - il suo dna offensivo; la partita con la Fiorentina ha detto che la Dea ha svoltato quando ha modificato il suo tasso offensivo, ovvero quando i tre attaccanti hanno alzato, dialogando soprattutt­o fra loro, il livello individual­e.

Indecifrab­ile

Così hanno sorpreso la Fiorentina, arte che Lookman conosce bene perché fa parte del suo calcio non inquadrabi­le in confini rigorosi: imprevedib­ile perché difficilme­nte leggibile, nonostante viva spesso di intuizioni e ispirazion­i simili. E anche questo è un messaggio lanciato dal nigeriano domenica: può essere la variabile indecifrab­ile di una squadra che avrà bisogno (anche) di provare a sorprender­e una squadra esperta come l’Arsenal. Ormai, in Europa, l’Atalanta è una realtà, e conosciuta: dunque è più difficile che possa prendere alla sprovvista chi la affronta. Forse l’ultima volta è successo a Dublino contro il Bayer Leverkusen: perché non sia davvero l’ultima, giovedì serviranno altri segnali da vero Lookman.

DOPO I DUBBI ESTIVI

Un assist, un bellissimo gol e una prova totale contro la Fiorentina. E ha postato: «Bello essere tornato»

EFFETTI SPECIALI

La Dea è già conosciuta in Europa: con i suoi guizzi imprevedib­ili, il nigeriano può sorprender­e le rivali

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