La Gazzetta dello Sport - Bologna
Con il gol in testa: lui e l’Atalanta adesso preparano un’altra impresa
Spirito e feeling ritrovati: si è rivista l’arma micidiale di Gasperini. E l’Arsenal è avvisato...
Great to be back. Bello essere tornato, e vale per tutti. Per Ademola Lookman, ovviamente, che domenica lo ha scritto sul suo profilo Instagram dopo essere tornato su questi schermi un mese dopo l’ultima volta: 14 agosto a Varsavia contro il Real Madrid, la testa già al presunto (molto presunto) sogno Psg e almeno una grande occasione gol masticata molto male, non da lui; 15 settembre a Bergamo contro la Fiorentina, un assist disegnato, un gol da paura, una prestazione da giramenti di testa per i difensori(anche centrocampisti) avversari. E vale anche per l’Atalanta, che doveva virare largo dopo due sconfitte di fila, per non arrivare con il trucco sfatto all’appuntamento con la Champions ritrovata.
Spirito e feeling
Un segnale buono per tutti, quello di Mola :a cominciare dallo spirito ritrovato, di quelli che creano contagio reciproco; dal feeling riallacciato con lo stadio. Dimenticata la seconda metà di agosto turbolenta: una prestazione “sentita” come quella di domenica ha trasmesso sensazioni non meno profonde delle scuse che il nigeriano come rivelato dal presidente, Antonio Percassi - si è sentito di fare a tutti quelli che aveva un po’ deluso con i suoi dubbi estivi. Una performance così serviva a lui e anche all’Atalanta. Berat Dijmsiti, uomo di poche ma concrete parole, un po’ come i suoi fatti, ha spiegato il segreto di quel po’ po’ di Lookman che si è rivisto domenica, da attaccante non casualmente candidato al prossimo Pallone d’oro (primo atalantino nella storia) e favorito per l’omologo premio africano: «Gli avevamo semplicemente detto - ha raccontato - di tornare a fare quello che faceva prima».
Dare e avere
Non una cosa da poco: è stato il nigeriano a renderla quasi facile. Un dare e avere con vista sull’Europa, perché giovedì sarà già Atalanta-Arsenal, il debutto nella nuova Champions. Lookman ha dimostrato di essere pronto a ripartire da Dublino (non Varsavia), ma non da solo: preparato anche ad accompagnare la Dea in questo viaggio di riscoperta di un mondo esplorato per l’ultima volta quasi tre anni fa. Una guida speciale, che però la squadra ha messo nelle condizioni di non sentirsi un uomo solo in missione. La sua storia europea dice dell’Atalanta che quando cambia torneo non perde - anzi - il suo dna offensivo; la partita con la Fiorentina ha detto che la Dea ha svoltato quando ha modificato il suo tasso offensivo, ovvero quando i tre attaccanti hanno alzato, dialogando soprattutto fra loro, il livello individuale.
Indecifrabile
Così hanno sorpreso la Fiorentina, arte che Lookman conosce bene perché fa parte del suo calcio non inquadrabile in confini rigorosi: imprevedibile perché difficilmente leggibile, nonostante viva spesso di intuizioni e ispirazioni simili. E anche questo è un messaggio lanciato dal nigeriano domenica: può essere la variabile indecifrabile di una squadra che avrà bisogno (anche) di provare a sorprendere una squadra esperta come l’Arsenal. Ormai, in Europa, l’Atalanta è una realtà, e conosciuta: dunque è più difficile che possa prendere alla sprovvista chi la affronta. Forse l’ultima volta è successo a Dublino contro il Bayer Leverkusen: perché non sia davvero l’ultima, giovedì serviranno altri segnali da vero Lookman.
DOPO I DUBBI ESTIVI
Un assist, un bellissimo gol e una prova totale contro la Fiorentina. E ha postato: «Bello essere tornato»
EFFETTI SPECIALI
La Dea è già conosciuta in Europa: con i suoi guizzi imprevedibili, il nigeriano può sorprendere le rivali