La Gazzetta dello Sport - Bologna
L’unico ad aver vinto il trofeo con tre squadre
cannonieri come Shevchenko e Inzaghi. A Lautaro manca la consacrazione europea per essere al livello dei più grandi?
«Lautaro è uno dei più forti attaccanti. Ha dato continuità alle sue prestazioni e continua a migliorarsi. Ma le vittorie arrivano sempre con la squadra. Anche i più grandi attaccanti, da soli, non hanno portato la Champions a casa».
▶Per Leao è arrivato l’anno della verità?
«Leao è padrone del suo destino. Ha talento, deve sfruttarlo bene per diventare uno dei migliori».
Clarence Seedorf ha un record importante: è l’unico giocatore ad aver vinto la Champions League con tre club diversi. Il primo dei suoi quattro trionfi arrivò con l’Ajax nel 1994-95: 1-0 nella finale di Vienna contro il Milan di Capello (gol di Kluivert). Poi, nel 1997-98, il successo con il Real Madrid ad Amsterdam contro la Juventus (1-0, gol di Mijatovic). Infine le due vittorie con il Milan: nel 2002-03 a Manchester nella finale tutta italiana con la Juve (3-2 ai rigori) e nel 2006-07 ad Atene contro il Liverpool (2-1: doppietta di Inzaghi e gol di Kuyt) .
▶I▶ra le piace in quel ruolo al Milan?
«Mi piace vedere ex giocatori intelligenti, con competenze, nelle posizioni per poter dare supporto alle società, soprattutto dove le competenze sono sbilanciate verso la gestione dell’azienda».
▶ La convince la rivoluzione culturale che sta portando avanti Thiago Motta alla Juve?
«L’ambiente Juve aveva bisogno di nuovi stimoli e l’allenatore ha dimostrato idee chiare. Anche lui avrà bisogno di tempo. Il club lo metterà nelle migliori condizioni per lavorare bene. Questa è una condizione fondamentale per raggiungere risultati».
▶Koopmei▼er⏻ vale quella cifra? E Yildiz vale la maglia numero 10?
«Chiunque deve dimostrare di valere la maglia che indossa. Non è sempre semplice riuscirci subito, il percorso di crescita soprattutto per i giovani è molto soggettivo, ma entrambi possono ritagliarsi un ruolo importante».
▶ Clarence, quanto conta la fortuna in Champions? E i grandi campioni sanno attirare anche gli episodi fortunati?
«Noi siamo artefici della nostra fortuna. Moltiplicando quanto uno ci crede per quanto impegno e lavoro si mette, si ottiene la fortuna. La fortuna è una abilità. La fortuna bisogna andarsela a cercare perché in una competizione dove tutti sono attrezzati per vincere, nessuno regala nulla».
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Ancelotti troverà l’equilibrio al Real, anche con Mbappé. Guardiola è già avanti: lavorerà sui dettagli