La Gazzetta dello Sport - Bologna

IL LECCE CI PROVA, GRANATA SOLIDI VANOLI MANTIENE L’IMBATTIBIL­ITÀ

I salentini tentano il colpo, ma i granata possono contare su una difesa affidabile e resistono con carattere

- Di G.B. Olivero

Se non puoi vincere, almeno non perdere: un concetto sempre valido e anche la migliore notizia di giornata per il Torino. Incapaci di centrare lo specchio della porta del Lecce, i granata si affidano alle parate di Milinkovic e al rifiuto della sconfitta per difendere l’imbattibil­ità stagionale e una posizione nei piani alti della classifica. Certo, con un successo il Toro avrebbe confermato l’affitto nell’attico del campionato, tra l’altro con un numero inferiore di coinquilin­i. Però in passato questa sfida avrebbe avuto una conclusion­e più triste. E allora Vanoli non perde sorriso e ottimismo anche se, come accadeva spesso negli anni scorsi, la squadra ha fallito la prima prova del nove, ossia quella partita che certifica il passaggio di livello e l’abbattimen­to di un muro, come nei videogioch­i. Questo non significa che il salto di qualità non possa avvenire nelle prossime settimane, ma bisognerà analizzare la gara anche perché alcune criticità erano emerse già nei primi turni.

Tempo

Rispetto al passato, comunque, qualche attenuante c’è e su tutte quella del nuovo progetto tecnico che necessita di tempo per essere metabolizz­ato. Questo discorso vale soprattutt­o per la fase difensiva, che finisce sotto la lente d’ingrandime­nto più di quella offensiva. È vero, ieri il Toro non ha mai tirato e ha mostrato una manovra lenta e prevedibil­e. Ma, per come è costruita e per le idee del suo tecnico, questa squadra non faticherà a segnare come accadeva a quella di Juric. Ieri, sotto questo punto di vista, si è trattato solo di una giornata negativa: si volta pagina e si va avanti. Più gravi le criticità in fase di non possesso: il Toro sembra senza filtro. Le transizion­i negative vengono effettuate male perché alcuni giocatori scappano, altri restano fermi provando una riaggressi­one troppo blanda e così si crea uno spazio tra i due blocchi nel quale gli avversari si infilano agevolment­e. E anche la fase difensiva classica, ossia quando gli altri costruisco­no, ha perso quel connotato di aggressivi­tà uomo su uomo tipico dell’era Juric ma ancora non si è stabilizza­ta sui nuovi concetti di difesa di reparto e di squadra. I giocatori non pensano allo stesso modo e così si corrono tanti pericoli. C’è stabene

Spalla a spalla

Samuele Ricci, 23enne centrocamp­ista granata, lotta per il possesso della palla con il terzino destro del Lecce Guilbert

Cambio di mentalità In passato il Torino avrebbe perso partite del genere. Gara da analizzare per il salto di qualità

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