La Gazzetta dello Sport - Bologna
IL LECCE CI PROVA, GRANATA SOLIDI VANOLI MANTIENE L’IMBATTIBILITÀ
I salentini tentano il colpo, ma i granata possono contare su una difesa affidabile e resistono con carattere
Se non puoi vincere, almeno non perdere: un concetto sempre valido e anche la migliore notizia di giornata per il Torino. Incapaci di centrare lo specchio della porta del Lecce, i granata si affidano alle parate di Milinkovic e al rifiuto della sconfitta per difendere l’imbattibilità stagionale e una posizione nei piani alti della classifica. Certo, con un successo il Toro avrebbe confermato l’affitto nell’attico del campionato, tra l’altro con un numero inferiore di coinquilini. Però in passato questa sfida avrebbe avuto una conclusione più triste. E allora Vanoli non perde sorriso e ottimismo anche se, come accadeva spesso negli anni scorsi, la squadra ha fallito la prima prova del nove, ossia quella partita che certifica il passaggio di livello e l’abbattimento di un muro, come nei videogiochi. Questo non significa che il salto di qualità non possa avvenire nelle prossime settimane, ma bisognerà analizzare la gara anche perché alcune criticità erano emerse già nei primi turni.
Tempo
Rispetto al passato, comunque, qualche attenuante c’è e su tutte quella del nuovo progetto tecnico che necessita di tempo per essere metabolizzato. Questo discorso vale soprattutto per la fase difensiva, che finisce sotto la lente d’ingrandimento più di quella offensiva. È vero, ieri il Toro non ha mai tirato e ha mostrato una manovra lenta e prevedibile. Ma, per come è costruita e per le idee del suo tecnico, questa squadra non faticherà a segnare come accadeva a quella di Juric. Ieri, sotto questo punto di vista, si è trattato solo di una giornata negativa: si volta pagina e si va avanti. Più gravi le criticità in fase di non possesso: il Toro sembra senza filtro. Le transizioni negative vengono effettuate male perché alcuni giocatori scappano, altri restano fermi provando una riaggressione troppo blanda e così si crea uno spazio tra i due blocchi nel quale gli avversari si infilano agevolmente. E anche la fase difensiva classica, ossia quando gli altri costruiscono, ha perso quel connotato di aggressività uomo su uomo tipico dell’era Juric ma ancora non si è stabilizzata sui nuovi concetti di difesa di reparto e di squadra. I giocatori non pensano allo stesso modo e così si corrono tanti pericoli. C’è stabene
Spalla a spalla
Samuele Ricci, 23enne centrocampista granata, lotta per il possesso della palla con il terzino destro del Lecce Guilbert
Cambio di mentalità In passato il Torino avrebbe perso partite del genere. Gara da analizzare per il salto di qualità