La Gazzetta dello Sport - Bologna
Jan resta numero 1 Ma Djokovic può avvicinarsi
rare. Se Alcaraz ha vinto 12 match su 13 al quinto in carriera, i numeri di Sinner sono ben inferiori e Jannik ne ha persi cinque degli ultimi sei: «È sempre importante come si comincia il quinto — analizza il numero 1 al mondo, che resterà tale nonostante la sconfitta —. Ho notato che mi hanno sempre fatto il break molto presto quando poi ho perso e allora è difficile poi recuperare. Molto dipende anche da quanto si spende nel quarto. Oggi sicuramente non ero lucido nei momenti chiave della partita. Ne parlerò con il mio team, bisognerà capire se è più una cosa fisica o una cosa mentale, valuteremo tutti gli aspetti e decideremo cosa è meglio fare. Speriamo di crescere e diventare più forte. Di sicuro non c’è nessuna magia, soltanto il lavoro».
Jannik Sinner adesso tornerà a casa, penserà insieme ai suoi tecnici se sarà il caso di giocare il torneo svedese di Baastad, preparazione per l’Olimpiade, o messo di vincere già tre Slam. «So che non sto giocando il mio miglior tennis, ma so anche che nessuno può farlo sempre e che devo cercare le soluzioni per essere migliore - ha spiegato lo spagnolo -. A volte è difficile, e in quelle partite, come in questa con Paul, devi giocare abbastanza bene per vincere».
Avversario
«Carlos è speciale in tutto — lo incorona Medvedev, tornato col successo su Sinner a battere un top 5 dopo 5 sconfitte di fila —, ma se devo scegliere qualcosa è il modo in cui mette a segno i colpi che contano. Ogni volta che ha una possibilità di attaccare lo fa e di solito non sbaglia.
Nonostante la sconfitta ai quarti, Jannik Sinner resterà n.1 del mondo anche alla fine di Wimbledon, con 9570 punti. Djokovic tuttavia può accorciare: se vince il torneo, sale a 9160 punti.
Giocare contro di lui è complicato perché sai che qualsiasi colpo metti, lui può risponderti con un vincente. Non ci sono molti giocatori come lui: Carlos può fare praticamente tutto quello che vuole da qualsiasi posizione». Lo elogia, Medvedev, ma non per questo si farà da parte. Alcaraz, che un piccolo brivido se l’è concesso in ogni partita giocata fin qui, è pronto. In quel club così esclusivo, quello dei vincitori di Roland Garros e Wimbledon, ha deciso che deve entrarci.
⏻ TEMPO DI LETTURA 2'08” fermarsi a Montecarlo per un richiamo fisico e per riprendere confidenza con il rosso senza forzare.
Capitano
L’appuntamento olimpico è l’ideale per cancellare la delusione sui prati inglesi: «L’Olimpiade è un obiettivo molto importante, un torneo bellissimo a cui puntare per ritrovare la gioia. Ma intanto qui a Londra c’è ancora tanta Italia — sorride Sinner, un po’ capitano azzurro dall’alto dei suoi titoli —. Jasmine (Paolini, ndr) ha vinto, è stata bravissima, ormai ha raggiunto un bel livello di maturità – spiega ancora Jannik, con un sorriso -. Una finale al Roland Garros e adesso la semifinale qui. E Musetti contro Fritz ha tutte le carte in regola per giocarsela fino in fondo. Adesso facciamo tutti il tifo per loro». Parole da capitano.
⏻ TEMPO DI LETTURA 4'06"
Jannik Sinner
sui connazionali ancora in gara
Toronto
(Canada) 3-11 agosto cemento
Cincinnati
(Usa)
12-19 agosto cemento
Us Open
annik Sinner passa il testimone a Lorenzo Musetti. Il numero 2 italiano oggi contro Taylor Fritz gioca per la prima volta i quarti di finale Slam. Un traguardo importantissimo per lui, che negli ultimi tempi ha vissuto momenti difficili in termini di gioco e di fiducia. Accanto a Lorenzo c’è Simone Tartarini, il coach che lo ha cresciuto, e che spesso è stato messo in discussione quando le cose non andavano bene. Ora, finalmente, può sorridere.
J▶ Come avete preparato questa partita?
«È stata una vigilia molto tranquilla. Ci siamo allenati indoor verso mezzogiorno visto che continua a piovere. Sia lui che io preferivamo affrontare Taylor Fritz soprattutto perché ha un gioco che Lorenzo riesce a contrastare meglio».
▶ Su Musetti ci sono sempre state grandi aspettative. Questo risultato, comunque vada il match, cosa significa per voi?
«Lorenzo è stato sempre molto precoce, fin da junior e alle aspettative c’è abituato. Certo, a volte sono state pesanti da gestire, ma questo risultato ci conferma che c’era soltanto da bilanciare un po’ le situazioni. È un traguardo che ci dà buone indicazioni sul percorso che abbiamo intrapreso, significa che siamo sulla strada giusta».
▶I▼ questi giorni Musetti è insieme a tutta la famiglia, compreso Ludovico, il suo bimbo. Quanto conta per lui avere con se le persone che ama?
«Essere qui con la compagna e il bimbo gli sta dando grande serenità. La vita sul circuito può essere molto pesante, ora che è padre fa più fatica a stare lontano. Qui, in questi giorni stiamo tutti insieme come una grande famiglia, Veronica alla mattina prepara la colazione a Lorenzo, come a casa, poi si va al circolo e la sera si cena a casa con menù dettato rigorosamente da Lori».
▶ Lorenzo ha parlato dei suoi tatuaggi, ne avete uno uguale, vero?
«Sì, “Il meglio deve ancora venire”. Ce lo siamo fatto insieme dopo aver vinto Amburgo (nel 2022 in finale contro Alcaraz, ndr). Speriamo che sia di buon auspicio. Io però ne ho altri due, uno per i miei figli e l’altro che dice “Tutti muoiono, ma non tutti vivono davvero”».
▶Qua▼ta soddisfazione c’è, per lei come coach, a portare Musetti a un quarto di finale Slam? Soprattutto dopo le critiche che a volte ricevete...
«Io so quello che ho fatto. Il lavoro, il sacrificio, l’impegno. A prescindere da quest’anno a Wimbledon, per me la soddisfazione più grande è aver portato questo ragazzo, che alleno da quando aveva 8 anni e mezzo, a giocare su campi importanti. Non ho bisogno della gloria, mi basta la riconoscenza e l’affetto di Lorenzo, che è sempre il primo, appena ne ha l’occasione, a ringraziarmi. E questo mi commuove». Il meglio deve ancora venire.
C’è ancora tanta Italia qui a Londra, facciamo tutti il tifo per Paolini e Musetti
New York (Usa) 26 agosto8 settembre cemento
Sul nostro sito copertura integrale del torneo con live score, commenti, interviste, foto e video più belli di ogni giornata
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