La Gazzetta dello Sport - Bologna
AL G7 IL PIANO MATTEI E IL MONITO DEL PAPA «NESSUNA MACCHINA SCELGA PER L’UOMO»
Il pontefice interviene sull’Intelligenza artificiale Migrazioni in agenda, polemiche sui diritti civili Zelensky stoppa Putin: «Vuole una falsa tregua»
È stata una giornata speciale 1 - la seconda del G7 pugliese - con la storica prima volta di un pontefice.
Bergoglio, nel suo discorso, ha esordito con la leggerezza che lo contraddistingue: «Ho due versioni, una lunga e una breve: leggerò la breve». Quella integrale è stata consegnata ai partecipanti. Sempre attento ai temi legati alle insidie del progresso, si è soffermato sull’Intelligenza artificiale: «È uno strumento affascinante e tremendo al tempo stesso, i benefici o i danni che essa porterà dipenderanno dal suo impiego. Spetta alla politica creare le condizioni per un uso buono e fruttuoso della tecnologia». Poi Papa Francesco ha esortato: «Di fronte ai prodigi delle macchine, che sembrano saper scegliere in maniera indipendente, dobbiamo aver ben chiaro che all’essere umano deve sempre rimanere la decisione. Va garantito uno spazio di controllo significativo sul processo di scelta dei programmi di Intelligenza artificiale». E ha consigliato la lettura di un libro, Il padrone del mondo, di Robert Hugh Benson. Infine ha allargato l’orizzonte, parlando di guerra («Lavorate per la pace»), con l’appello a bandire l’uso delle armi autonome. I leader del G7 hanno replicato promettendo un «approccio inclusivo» al tema dell’Intelligenza artificiale.
Tanti i temi, dall’emergenza 2
ambientale alle migrazioni.
Con una sorta di “bussola” consegnata da Giorgia Meloni a inizio giornata: «Non accetteremo mai la narrazione dell’Occidente contro il resto del mondo». Nella dichiarazione finale si legge che «il G7 ribadisce la determinazione ad affrontare la triplice crisi globale del cambiamento climatico, dell’inquinamento e della perdita di biodiversità. E l’impegno nei confronti dell’Accordo di Parigi e nel mantenere il limite di 1,5°C di aumento della temperatura». Nel dettaglio, l’obiettivo è ridurre le emissioni globali di gas serra di circa il 43% in questo decennio critico e del 60% entro il 2035, rispetto al livello del 2019. Inseguendo la neutralità climatica entro il 2050. Su questa materia - e non solo - c’è la «ricerca di relazioni stabili e costruttive con la Cina». Ma è ancora Meloni a chiedere che sul tema del clima non ci sia un «approccio ideologico». Fra i punti a favore della premier aver portato sul tavolo del G7 il Piano Mattei per l’Africa, tanto che nelle conclusioni si promuovono «la visione di infrastrutture sostenibili, resilienti ed economicamente sostenibili in Africa, sostenute da una selezione trasparente di progetti, appalti e finanza». E non è mancata attenzione a contesti specifici come la regione del Darfur, in Sudan, nella morsa della guerra civile dall’aprile 2023. «La situazione si sta deteriorando in modo costante, con un numero di vittime civili sempre maggiori», scrivono i Grandi.
Tra i gialli e le incognite della 3 vigilia, il nodo della protezione dei diritti arcobaleno.
Bloomberg era tra gli organi di informazione che lo paventava, poi sono arrivate smentite. E infatti, nelle dichiarazioni finali, la materia viene affrontata: «Riaffermiamo il nostro impegno per raggiungere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità. Esprimiamo la nostra forte preoccupazione per la riduzione dei diritti delle donne e delle persone Lgbtqia+ in tutto il mondo, condanniamo fermamente tutte le violazioni e gli abusi dei loro diritti umani e delle libertà fondamentali». Rispetto al G7 Hiroshima spariscono però i riferimenti a «identità di genere» e «orientamento sessuale».
Un altro rebus aleggiava intorno all’aborto: la parola specifica non viene citata nelle conclusioni, ma vengono confermati gli impegni assunti al summit di Hiroshima di un anno fa che riguardano anche l’interruzione volontaria di gravidanza (si parlava di «accesso all’aborto sicuro e legale»). Quindi un riferimento alla «salute sessuale e riproduttiva» che il centrosinistra (oggi rappresentato in larga parte al Roma Pride) non apprezza: «Un modo per dire che l’autodeterminazione delle donne è sotto attacco. È molto ambiguo e manipolativo il contributo del governo Meloni al G7», dice Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Molto spazio è stato dedicato 4 ai bilaterali.
Meloni ha visto pure Joe Biden: il presidente statunitense ha sottolineato fra l’altro l’importanza strategica del Piano Mattei. E ha ribadito l’urgenza del cessate il fuoco a Gaza e di un accordo con Hamas sugli ostaggi. I leader, in generale, chiedono la fine delle ostilità, il rilascio di tutti gli ostaggi e «un aumento significativo e sostenuto del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza», con la garanzia «degli interessi di sicurezza di Israele e della sicurezza dei civili palestinesi» nella Striscia. In serata Meloni ha diffuso un video sui social elencando i risultati: «Il G7 si conferma un’offerta di valori che si apre al mondo, non una fortezza chiusa». E il francese Macron raffredda le polemiche con Palazzo Chigi: «Non serve troppa enfasi, le nostre posizioni si conoscono».
In Puglia, ieri, sono piombate 5 alcune dichiarazioni forti di Vladimir Putin.
Il Cremlino dice: siamo pronti al ritiro delle truppe e al negoziato se gli ucraini si ritireranno completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson e Kiev si impegnerà a non aderire alla Nato. Inoltre Putin ha osservato che «il congelamento dei nostri capitali in Occidente è un furto che non rimarrà impunito» (riferimento a quanto deciso giovedì). Ci ha pensato Volodymyr Zelensky a smontare lo zar: «È un ultimatum di cui non ci si può fidare. È il nuovo nazismo. La stessa cosa che faceva Hitler, quando diceva “datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui”...». D’altra parte il G7 ha ribadito l’appoggio a Kiev e la richiesta alla Cina di non aiutare Mosca. Zelensky ha pure incontrato il Papa, con cui erano sorte incomprensioni in passato: «L’ho ringraziato per la vicinanza spirituale e per il ruolo della Santa Sede». Nelle conclusioni del G7 c’è, infine, l’invito a tutti i Paesi a osservare la tregua olimpica. Ma questo, forse, è più di un sogno.