IL SETTORE SI CONCENTRA È TEMPO DI SHOPPING
L’osservatorio del Politecnico di Milano segnala una diminuzione di realtà nel Paese, molte acquisite dai big player. Che ora propongono un’offerta completa
Un mercato sempre più concentrato, alla luce di un numero consistente di fusioni e acquisizioni. Nella logistica sono state infatti 14 le operazioni finalizzate lo scorso anno, segnala l’osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, contro le 15 del 2022 e le 24 del 2021. «La pandemia ha segnato uno spartiacque per il settore. Prima la finanza guardava con poco interesse un comparto con una bassa marginalità, dove l’incidenza dell’ebitda è compresa in media tra il 3% e il 7%. Con il Covid invece i fondi hanno iniziato ad apprezzarne le potenzialità e a investire anche in operazioni importanti», spiega Damiano Frosi, direttore dell’osservatorio.
E in Italia, dove il tessuto imprenditoriale è stato da sempre caratterizzato da una dimensione molto piccola delle aziende, «non si è arrestata la diminuzione del numero di realtà del settore, con l’uscita dal mercato in particolare degli operatori più piccoli e meno strutturati — prosegue Frosi —. Sempre nel 2023 abbiamo registrato un aumento progressivo di rilevanza delle singole operazioni in termini di dimensioni delle aziende acquisite. La logistica si sta dunque concentrando, mentre la filiera di fornitura si accorcia a vantaggio soprattutto delle multinazionali straniere e dei fondi di investimento».
Protagonisti, numeri, criticità
Sono in particolare i grandi spedizionieri internazionali gli attori più dinamici del mercato, «perché hanno iniziato a diversificare il business e a puntare anche sui servizi logistici nazionali. Inoltre, nel perimetro della logistica non rientra più solo la pura movimentazione, ma anche altri servizi a valore aggiunto come il controllo qualità, la gestione dei resi o la personalizzazione dei prodotti: per proporsi ai clienti come partner completi, le multinazionali ampliano dunque il portafoglio con acquisizioni mirate e verticali», dice il direttore. La digitalizzazione dei processi e la transizione green, centrali per lo sviluppo della logistica, necessitano oltretutto di investimenti sempre più ingenti, che solo i big del settore spesso sono in grado di mettere in campo.
In Italia il comparto ha chiuso l’anno, secondo le stime, con un fatturato di 112 miliardi di euro, in crescita rispetto a 106 miliardi del 2022 (+6,4%) e ai 100 miliardi del 2021 (+16,8%). Nel 2022 il settore ha dovuto affrontare il forte aumento dei prezzi di energia elettrica e gasolio, scesi poi nel 2022 ma non ancora tornati sui livelli del 2021. Il forte rialzo del costo del denaro ha invece provocato un incremento dei costi di mantenimento a scorta e spinto a una maggiore prudenza negli investimenti.
Sono aumentati inoltre i canoni di locazione e il costo del lavoro, in questo caso alla luce degli adeguamenti previsti dal contratto nazionale e per la cronica mancanza di manodopera, che l’osservatorio stima di circa 60.000 unità. «Una lacuna che si può colmare attraverso politiche che mettano al centro il lavoratore in termini di salario, premi di produttività e bilanciamento vita-lavoro — illustra Frosi —. È necessario inoltre rafforzare la presenza femminile e l’integrazione di persone di nazionalità e culture diverse e puntare sulla qualità del luogo di lavoro. Solo con un approccio di sistema simile il sistema può infatti aumentare la sua attrattività». Un aiuto in tal senso al comparto potrebbe arrivare dalla magistratura, da alcuni anni impegnata in diverse inchieste da cui è emerso il diffuso ricorso dei big del settore a cooperative e società che eludono obblighi fiscali e contributivi per arruolare la propria manodopera. Inchieste che, come comunicato di recente dalla Procura di Milano, hanno permesso allo Stato di recuperare oltre 480 milioni di euro come risarcimento, mentre 14mila lavoratori sono stati assunti e 70mila hanno beneficiato di un aumento dello stipendio.