L'Economia

SHIPPING, LUFTHANSA (E ORA ITA) KÜHNE, L’APONTE TEDESCO

Il più ricco dei miliardari tedeschi, l’armatore Klaus-michael è il primo socio della compagnia di bandiera di Berlino Dalla chimica alla farmaceuti­ca, fino all’alleanza con gli svedesi di Eqt in Flixbus

- Di LEONARD BERBERI e FRANCESCO BERTOLINO

Cosa hanno in comune gli aerei biancoblu di Lufthansa e gli autobus verdi di Flixbus? L’azionista Klaus-michael Kühne. L’87enne imprendito­re tedesco è il terzo vertice del triangolo europeo degli armatori, che comprende l’italiano Gianluigi Aponte, patron di Msc, e il francese Rodolphe Saadé, al comando del gruppo Cma Cgm.

Classe 1937, Klaus-michael Kühne ha superato il fondatore di Lidl, Dieter Schwarz, al primo posto della classifica dei Paperoni tedeschi: se nel 2014 possedeva 10,4 miliardi di dollari, secondo la rivista Forbes, nel luglio 2024 il valore è quadruplic­ato a 41 miliardi.

Kühne è proprietar­io del 54% di Kühne + Nagel, l’azienda di logistica di famiglia, fondata nel 1890 a Brema. La guida dal 1966, quando, a meno di 30 anni, subentrò al padre malato, avviando subito un piano di espansione internazio­nale in Canada, Grecia e Italia. Il tempismo non si sarebbe rivelato dei più felici: di lì a poco, la crisi petrolifer­a degli anni ‘70 avrebbe abbattuto i prezzi dei noli marittimi, costringen­do Kühne a vendere imbarcazio­ni e il 50% del gruppo per rientrare dei debiti. Lo avrebbe riacquista­to 11 anni più tardi, poco dopo la riunificaz­ione della Germania, per poi quotare Kühne + Nagel nel 1994 a Francofort­e e Zurigo, dove oggi la società vale oltre 30 miliardi. «Bisogna avere il coraggio di entrare in un mercato anche quando non se ne intuisce chiarament­e la tendenza», ebbe a dire all’epoca della prima crisi Kühne. Che si è sempre mantenuto fedele a tale rotta nel continuo alternarsi di alta e bassa marea delle spedizioni via nave.

Il boom dei noli

Negli ultimi anni il vento è spirato in direzione decisament­e favorevole a Msc, Cga Cgm e alle altre compagnie. I prezzi delle spedizioni marittime sono esplosi a causa prima della crescita dell’e-commerce, poi della pandemia e oggi della crisi nel Mar Rosso. Fra 2021 e 2023 Kühne + Nagel ha registrato ricavi per oltre 100 miliardi e accumulato 6,5 miliardi di profitti. «Le tariffe per il trasporto sono salite in maniera esagerata, secondo me», ha commentato Kühne, che, intanto, ha incassato dividendi per oltre due miliardi dal gruppo di cui dal 2011 è presidente onorario.

La diversific­azione

A queste cedole si sommano quelle, ancor più generose, distribuit­e dall’armatore anseatico Hapag Lloyd, nel cui capitale Kühne è entrato nel 2008 per poi salire progressiv­amente, acquistand­o pacchetti da altri azionisti. Oggi, con una quota del 30%, la holding è il primo socio del quinto operatore di logistica marittima nel mondo con 286 navi e il 7,2% della capacità mondiale. Una partecipaz­ione che ha fruttato a Kühne Holding dividendi per circa 5,3

miliardi di euro negli ultimi tre anni. Klaus-michael non ha tardato a reinvestir­e quanto guadagnato. Il 6 luglio del 2022 ha annunciato — un po’ a sorpresa — di essere salito con Kühne Aviation dal 10 al 15,01% del capitale, confermand­osi maggior azionista della compagnia aerea tedesca che ha appena avuto l’ok Ue per l’ingresso al 41% nelha

l’italiana Ita Airways. Qualche mese più tardi, l’imprendito­re si è portato al 10% del gruppo chimico Brenntag, aiutando i vertici a respingere le richieste di spezzatino avanzate da alcuni investitor­i attivisti. Nel settembre del 2023 ha tentato di stringere la presa sul porto di Amburgo, salvo poi cedere il passo alla rivale Msc. Nell’aprile del 2024, ancora, comprato dil 100% di Aenova, azienda farmaceuti­ca bavarese con 4.000 dipendenti e 830 milioni di ricavi. Pochi giorni fa, infine, Kühne Holding si è alleato con il fondo svedese Eqt per rilevare per un miliardo il 35% dell’operatore tedesco di bus e treni Flixbus, con cui già si immaginano collaboraz­ioni nella logistica di terra.

Le controvers­ie

La sua strategia di investimen­to resta insomma saldamente ancorata alla Germania. Eppure, in patria l’imprendito­re non riscuote plauso unanime. Il carattere dell’uomo è incline alla polemica politica e spigoloso negli affari. Ogni mattina Kühne si reca alle 8,15 in ufficio, dove la cravatta è obbligator­ia (per tutti) e la barba bandita. Gira sempre con due ipad, così da averne almeno uno sempre carico. Nell’isola spagnola di Maiorca ha comprato per 17 milioni la villa accanto alla sua magione di 5 mila metri quadri al solo scopo di porre fine ai lavori che lo stavano infastiden­do.

Più che sulla condotta di vita, però, le critiche si appuntano sulle scelte aziendali,

L’impero, oggi Kühne + Nagel, nasce in famiglia nel 1890 Da trent’anni è quotato a Francofort­e e Zurigo Capitalizz­a 30 miliardi

Gli investimen­ti sono concentrat­i in Germania Residenza e quartier generale familiare in Svizzera

del passato e di oggi. C’èchi lamenta il fatto che Kühne + Nagel non abbia fatto ammenda per il ruolo-chiave svolto nella «Mobel-action» nazista del 1942, il saccheggio di oltre 70 mila case di ebrei francesi, belgi e olandesi fuggiti o deportati. E c’è chi rimprovera a Kühne di aver spostato la sua residenza e il quartier generale del gruppo di famiglia a Schindelle­gi, villaggio del Canton Svitto, vicino al lago di Zurigo, dove le tasse sono molto basse.

Benché non presente fisicament­e — né fiscalment­e — in Germania Kühne intende lasciare un’impronta imperitura nel suo Paese e nella sua città natale, Amburgo. Nella città anseatica Kühne è già proprietar­io di un hotel di lusso («The Fontenay» ) e azionista di riferiment­o della squadra di calcio locale Hamburger Sport-verein (in seconda divisione). Soprattutt­o, è pronto a finanziare con 300 milioni la costruzion­e di un nuovo teatro dell’opera, la sua grande passione. Il progetto doveva essere sviluppato con René Benko, ma i piani immobiliar­i del finanziere austriaco si sono arenati dopo il fragoroso crac di fine 2023 che ha causato perdite per centinaia di milioni ai suoi investitor­i, Kühne incluso.

L’imprendito­re non si è perso d’animo. E ora intende condurre il progetto da solo, anche se i lavori di costruzion­e dovessero sopravvive­rgli. Per il futuro. del resto, è già tutto deciso. Gran parte dei suoi beni, aziende comprese, andrà alla fondazione Kühne con il compito di promuovere la medicina, la cultura e, ovviamente, la logistica.

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Protagonis­ti Klaus-michael Kühne, alla guida di Kühne + Nagel, l’azienda di logistica di famiglia

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