Quando una «X» moltiplica il valore
Basta poco perché un francobollo tutto sommato normale venga catapultato nell’olimpo delle rarità.
Nel caso dei primi francobolli del Lombardo Veneto, usciti nel 1850, a far la differenza è una semplice X, dai collezionisti soprannominata croce di Sant’andrea, presente in quattro dei 64 esemplari (8x8) del foglio, così da ridurre a cifra tonda 60 il numero di quelli in distribuzione. Una scelta tecnica, dunque. Raramente, com’è facile immaginare, chi doveva spedire una lettera e s’imbatteva nell’esemplare con la croce di Sant’andrea, incollava il francobollo con la X che i collezionisti hanno trasformato in una rarità. Qualcuno lo fece. È questo il caso della lettera da Milano a Varese del 9 dicembre 1852 col 5 e il 10 cent unito alla Croce di Sant’andrea. Si tratta di uno dei dieci casi noti, fatto questo che giustifica la stima, tutto sommato contenuta rispetto al passato, di 50 mila franchi.
Ancora più difficile che il mittente non si limitasse ad una sola croce, ma le utilizzasse tutte e quattro. Come chi, 17 gennaio 1854, a Verona imbucò la missiva diretta a Padova resa franca col 15 cent. con unite, appunto, le quattro Croci, evidentemente apprezzate a livello estetico. Già in collezione dei più grandi appassionati, da Renato Moldolfo a Haub Erivan, la busta è ora proposta da Corinphila (www.corinphila.ch) nell’incanto del 7 giugno a 30 mila franchi. Centomila franchi è invece la dote con la quale entrerà in sala, a Zurigo, uno spettacolare multiplo di ottanta esemplari del quattrino di Toscana del 1857. Qui le palette si alzeranno da 100 mila franchi. Dopo tanti Stati d’italia preunitaria, la vendita Corinphila è articolata in 12 cataloghi riservati ad altrettanti settori di storia postale di mezzo mondo- un po’ di cosmo. Il cosmogramma volato sull’apollo 11 e firmata dai tre cosmonauti (partenza da 10 mila franchi) e quello che con l’apollo 15 assaporò il profumo lunare (5mila franchi).