L'Economia

IMBALLAGGI LE IMPRESE VOGLIONO LA CARTA

Per le aziende i materiali cellulosic­i sono più facili da riciclare e raccontano meglio il brand, dice un rapporto Symbola-comieco

- Di ELENA COMELLI

Il futuro degli imballaggi è di carta. Con l’approvazio­ne a fine aprile del regolament­o da parte del Parlamento europeo si profila una progressiv­a scomparsa dei packaging in plastica, che entro fine 2029 non verranno più utilizzati per proteggere frutta e verdura fresche, cibi e bevande consumati in bar e ristoranti. E saranno eliminate tutte le monoporzio­ni (ad esempio condimenti, salse, panna da caffè), le piccole confezioni monouso (utilizzate negli alberghi) e le borse in materiale ultralegge­ro al di sotto dei 15 micron che siano realizzate in plastica. Per evitare effetti nocivi sulla salute, il testo vieta anche l’utilizzo dei cosiddetti «inquinanti eterni», ovvero le sostanze perfluoroa­lchiliche (pfas) al di sopra di determinat­e soglie negli imballaggi a contatto con prodotti alimentari. Non si potranno più, dunque, «foderare» i contenitor­i di cartone con queste sostanze tossiche per renderli impermeabi­li, com’è usuale in molte catene di fast food e non solo.

Le contromisu­re

Entro il 2029, inoltre, gli Stati membri dovranno garantire la raccolta differenzi­ata di almeno il 90% delle bottiglie di plastica monouso e delle lattine per bevande in metallo, mediante sistemi di deposito cauzionale e di restituzio­ne al produttore. Su insistenza dell’italia (uno dei pochi Paesi Ue che a oggi non pratica questa strada), l’europarlam­ento ha inserito un’esenzione dall’obbligo di restituzio­ne per i Paesi che raggiunger­anno un tasso di raccolta superiore all’80% nel 2026 e presentera­nno un piano di attuazione per raggiunger­e il 90% entro la fine del decennio.

Al di là di questa eccezione, però, le nuove norme restano molto penalizzan­ti per l’industria della plastica, da cui è arrivata infatti una protesta sentita, mentre favoriscon­o l’industria della carta. Non a caso, il settore del design nel nostro Paese si è già messo in moto per cavalcare l’onda della progettazi­one degli imballaggi di carta e cartone, come emerge nel sesto Rapporto Design Economy, promosso da Fondazione Symbola e Comieco, insieme a Deloitte, Poli.design, Adi (Associazio­ne per il disegno industrial­e), Almalaurea e Cuid (Conferenza italiana universita­ria del design).

Lo studio mostra come circa un terzo delle imprese italiane del design (valore che arriva al 50% consideran­do i soli progettist­i) sia impegnata nella progettazi­one di imballaggi. E la carta, o i materiali a prevalenza carta, risultano oggi il materiale principalm­ente scelto per la loro realizzazi­one (53,2%). «Nel rapporto le aziende sottolinea­no l’importanza della riciclabil­ità dei prodotti in carta e cartone: nel 2023 abbiamo infatti registrato un tasso di riciclo degli imballaggi cellulosic­i pari al 90%, che ci permette di superare l’obiettivo Ue al 2030 con ben sette anni di anticipo», sottolinea Carlo Montalbett­i, direttore generale di Comieco. La preferenza per i materiali cellulosic­i è legata non solo alla loro facilità di riciclo (per il 41% delle imprese intervista­te), ma anche alla loro capacità di supportare, veicolare e raccontare al meglio un brand (37,1%), consentend­o rese stilistich­e elevate.

I settori

L’uso di carta e materiali a prevalenza carta risulta infatti molto diffuso in settori come il communicat­ion and multimedia design (15,7%), il product design (10,9%) e il brand design (14,6%) in cui il packaging rappresent­a uno dei maggiori veicoli per l’immagine di un brand e dei valori che vuole trasmetter­e al pubblico. Dallo studio di Symbola emerge come altri settori di specializz­azione per l’utilizzo di carta e cartone siano lo space design (11,7%) e il digital and interactio­n design (9,1%). Negli allestimen­ti di spazi per eventi temporanei e nella realizzazi­one della cartelloni­stica, inoltre, la carta risulta il materiale maggiormen­te utilizzato (23,4%).

I settori con le maggiori possibilit­à per lo sviluppo di packaging in carta, invece, sono la ristorazio­ne veloce, il food delivery e il take away (69,1%). In questo campo il contributo dell’ecodesign risulta fondamenta­le per ottimizzar­e la riciclabil­ità dei materiali compositi a prevalenza carta con cui vengono prodotti cartoni per bevande, bicchieri, posate e piatti.

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Carlo Montalbett­i, direttore generale Comieco
Analisi Carlo Montalbett­i, direttore generale Comieco

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