Quando l’energia fiorisce dai campi e dai boschi
La produzione di energia da biomasse solide, intese come la parte biodegradabile ricavata dalla manutenzione dei boschi e delle attività agricole e agroindustriali, rappresenta un tassello fondamentale del sistema elettrico nazionale, un comparto fondato su un modello di economia circolare che contribuisce all’accelerazione della decarbonizzazione e favorisce la gestione forestale sostenibile. «Il nostro settore, con i suoi impianti di taglia superiore ai 5 megawatt, garantisce una continuità di produzione dell’energia elettrica per oltre 8.000 ore l’anno, dando un contributo importante a mantenere in equilibrio la produzione e il consumo di energia a beneficio del sistema elettrico del Paese. Inoltre, il modello economico delle biomasse solide si basa sull’economia circolare, in quanto le centrali utilizzano sottoprodotti delle filiere agricole e forestali. Per le quali, di conseguenza, la destinazione energetica dei residui diventa un’occasione di reddito integrativo», spiega Andrea Bigai, presidente di Ebs, l’associazione che dal 2016 rappresenta i principali produttori di energia elettrica da biomasse solide e raggruppa complessivamente 13 operatori e 16 impianti di taglia superiore ai 5 megawatt su tutto il territorio nazionale.
«La filiera conta oltre 5.000 lavoratori considerando i comparti agricolo, metalmeccanico, elettrico e della logistica. I benefici, dunque, si realizzano nel presidio dei territori, anche quelli a rischio spopolamento, sia dal punto di vista sociale sia ambientale. La corretta manutenzione del patrimonio forestale, e in particolare degli alvei fluviali, assicura oltretutto una riduzione dei rischi idrogeologici».
In uno scenario energetico caratterizzato, a partire dallo scoppio della guerra russoucraina, da instabilità e spinte inflazionistiche, gli attori del comparto chiedono interventi legislativi di sostegno. «Il comparto necessita soprattutto di un quadro normativo certo. Nell’ultimo anno le centrali elettriche alimentate da biomassa solida hanno infatti dovuto organizzare la propria produzione in un regime di elevata incertezza e con criticità legate a discontinuità e ritardi dei flussi finanziari».