Con le nano tecnologie il cappotto diventa micro
Spesso i condomini sono dissuasi dal coibentare l’edificio dallo spessore dei cappotti termici tradizionali, perché porta a una riduzione significativa dello spazio disponibile su balconi e terrazzi. Problema che a maggior ragione si presenta quando per isolare le pareti diventa necessario effettuare il cappotto all’interno. L’applicazione delle nanotecnologie consente però di ovviare a questo handicap. Il microcappotto Manti Ceramic, prodotto dall’azienda ungherese Muszer Automatika Kft e distribuito in Italia in esclusiva da Savenergy.it. è presente da 10 anni in Europa a da sette nel nostro Paese. Ma in che cosa si distingue da un cappotto tradizionale? Spiega Valentino Peyrano, direttore tecnico e commerciale di Savenergy.it:
«Non è una struttura a pannelli, ma è una pasta, simile a un intonaco, stesa direttamente sulle murature che crea una barriera al passaggio del calore, garantendo comfort e risparmio energetico sia in inverno che in estate. Pochi millimetri sono sufficienti per garantire la stessa capacità isolante dei cappotti tradizionali mentre la duttilità del prodotto rende facile correggere i cosiddetti ponti termici cioè quei punti difficili da isolare, come le spallette delle finestre, i sotto balconi, i sotto gronda».
Cuore del prodotto sono le microsfere ceramiche, che creano un reticolo molecolare in grado di bloccare gran parte del passaggio del calore. Le microsfere sono vuote, il che rallenta il poco calore che supera la barriera isolante. Il legante del prodotto inibisce ulteriormente il passaggio dell’onda termica. «Inoltre il microcappotto — riprende Peyrano — è anche molto resistente, elastico, certificato anti muffa e atossico, ignifugo. Una serie di caratteristiche che lo rendono adatto anche all’installazione su palazzi vincolati, mentre atossicità e traspirabilità consentono di isolare anche dall’interno».
Di solito meno spessi sono gli isolanti termici più costano. È così anche in questo caso? «Se parliamo del solo materiale sì — risponde Peyrano —. Il costo rispetto a un prodotto tradizionale è circa doppio ma la spesa finale per il committente cambia poco perché i tempi di posa si riducono di due terzi e di conseguenza anche i costi di manodopera. Per garantire una posa ottimale del prodotto abbiamo una squadra di 15 tecnici che forniscono formazione e assistenza alle imprese di tutta Italia».