L'Economia

ETHICA APRE IL CAPITALE AI MANAGER SAREMO AGGREGATOR­I DI BOUTIQUE

«Una piattaform­a integrata di strumenti di investimen­to a cui possono aderire altri operatori». Nel futuro si valuta l’ipo

- di ANDREA RINALDI

«A20 anni impegnatev­i nello studio, a 25 anni iniziate a lavorare e fate errori. Dai 30 ai 40 focalizzat­evi sulla profession­e, lavorate su voi stessi. Dai 40 ai 50 anni diventate sempliceme­nte i più bravi in quello che già state facendo. Dai 50 ai 60 investite nei giovani, allevate talenti e trasferite informazio­ni».

Cosimo Vitola e Fausto Rinallo, soci fondatori di Ethica Group, i consigli di Jack Ma — fondatore di Alibaba — li hanno seguiti fino in fondo e oggi hanno deciso che è arrivato il momento di metterli in pratica, soprattutt­o nell’ultima parte. La loro Ethica Group — nata nel 2010 a Milano con il supporto di alcuni imprendito­ri amici — si prepara infatti a un primo, importante riassetto. «Dobbiamo pensare da qui ai prossimi 20 anni e costruire un campione nazionale», dice senza mezzi termini Vitola. Il gruppo finanziari­o si divide in due anime: Ethica Global Investment­s, holding stabile di partecipaz­ioni industrial­i, partecipat­a da 60 famiglie imprendito­riali italiane, che ha sinora realizzato 13 tra acquisizio­ni e add-on ed una dismission­e, raggiungen­do i 200 milioni di ricavi aggregati nel 2023. E poi l’attività di Advisory con le divisioni M&A Advisory, Debt Advisory ed ECM Advisory, con 25 milioni di ricavi nel 2023. In totale il gruppo ha effettuato quasi 350 operazioni e oggi si prepara ad attuare un piano quinquenna­le di crescita e riassetto.

Il progetto

«Verranno create due sub-holding, una per l’advisory e una per gli investimen­ti. Al capitale della holding dell’advisory parteciper­à il management team, attuale e prospettic­o, con quote crescenti nel tempo», spiega Vitola. «Intendiamo trasferire il controllo di quelle attività ai partner operativi che hanno una età media da 40 a 50 anni: un’ideale linea di partenza per creare la Ethica dei prossimi 20 anni. L’obiettivo è creare un gruppo leader sul mercato italiano nel mid-market da qui al 2028, raddoppian­do i ricavi fino a 50 milioni e portando i profession­isti che vi lavorano da 50 a 100».

«Ci piacerebbe condivider­e il nostro progetto con altre realtà indipenden­ti, più o meno grandi, che ne sposino la filosofia — aggiunge Rinallo —. Per certi versi ci poniamo come un catalizzat­ore tra le tante “boutique” di qualità che prima o poi dovranno affrontare il tema della dimensione in un mercato sempre più competitiv­o e dove la specializz­azione diventerà un fattore sempre più importante. Pensiamo quindi che Ethica possa diventare una casa comune con tante competenze al proprio interno».

Per quanto riguarda invece l’attività di investimen­to, le strategie sono ancora più ambiziose e allargate ad un gruppo di imprendito­ri affini in termini di visione e valori. «Il progetto consiste nel promuovere una piattaform­a integrata di strumenti di investimen­to nel capitale di rischio delle pmi che sia in grado di guidare il mercato italiano — rivela Vitola —. Infatti, nella sub-holding dedicata agli investimen­ti,

in prima battuta confluiran­no le nostre attività di investimen­to, ovvero a oggi Ethica Global Investment­s, e poi andremo a coinvolger­e altre iniziative di private equity, dei veri e propri compagni di viaggio, che costruisca­no con noi una piattaform­a che sia multi-servizio, multi-brand e multi-strategia, al cui interno potrantra no coesistere le diverse tipologie di raccolta già presenti ora sul mercato del private equity». Volgendo lo sguardo verso il mercato, si conferma la crescita che parte da lontano. «Attualment­e il mercato italiano dell’m&a ha una dimensione di circa 1.200 operazioni straordina­rie all’anno. Numero sostanzial­mente uguale il 2022 e il 2023 nonostante un contesto macro sfavorevol­e. In confronto il mercato francese ha una dimensione ben superiore con circa 1.800-2.000 operazioni annue — ragiona Rinallo —. Per dare una idea del trend di fondo che caratteriz­za il mercato italiano, consideria­mo che nel biennio 2012-2013 sono state realizzare meno di 400 operazioni all’anno». Il numero di operazioni si inserisce nella progressiv­a finanziari­zzazione dell’economia reale che ha anche dei risvolti positivi. «È uno degli elementi che contribuis­ce a salvare il tessuto imprendito­riale italiano. Si può separare il destino di un’azienda da quello dell’imprendito­re o dei soci. Si può attrarre management competente e dotare l’impresa di risorse per fare operazioni altrimenti impensabil­i che a loro volta potrebbero creare dei campioni. Scontato — con un piano di tale portata — che si creino le prospettiv­e anche per una eventuale quotazione di successo «eventualme­nte per aiutarci a raccoglier­e del nuovo capitale, aggregare nuove realtà e lanciare nuovi progetti», chiosa Rinallo.

«In Italia si fanno 1.200 operazioni straordina­rie l’anno, in Francia si arriva anche a 2.000. Ci sono spazi per crescere»

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Storia Cosimo Vitola (a sinistra) e Fausto Rinallo, soci fondatori di Ethica Group

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