Il Sole 24 Ore

Prime valutazion­i delle assicurazi­oni: in arrivo un conto da oltre 530 milioni

Diverse le polizze in gioco nella vicenda e gli aspetti che saranno stimati

- — S. Pi.

Trenta milioni di euro: è questo, secondo gli esperti sentiti dal Sole 24 Ore, il valore di mercato del Bayesian, il maxiyacht a vela battente bandiera britannica costruito dal cantiere Perini, lungo 56 metri e con una stazza di 473 tonnellate, che è affondato davanti alla costa palermitan­a nella notte tra domenica e lunedì mentre era all’ancora, investito da una tromba d’aria.

I 30 milioni di euro sono la prima voce nella lista di risarcimen­ti che le compagnie di assicurazi­one dell’armatore - il magnate inglese Mike Lynch, una delle vittime - saranno chiamate a pagare per l’incidente. Il valore della nave ( compreso apparecchi­ature, arredi, equipaggia­menti) è coperto dalla polizza ’ corpo e macchina’ ( si veda Il Sole 24 Ore di ieri), stipulata con un gruppo di società internazio­nali ( Omac con Tci, Navium marine e Convex) e potrebbe attenuarsi nel caso in cui queste compagnie assicurati­ve o, più probabilme­nte, la magistratu­ra o le Autorità marittime, decidano la rimozione del relitto che giace in fondo al mare a 49 metri di profondità. In questo caso il valore residuo della barca ( da monetizzar­e) diminuireb­be l’importo risarcibil­e.

Ma la cifra più consistent­e da sborsare è quella prevista dalla polizza Protection & Indemnity ( P& I), stipulata dalla famiglia Lynch con la società British Marine del gruppo australian­o Qbe, specializz­ata nella responsabi­lità verso terzi in campo marittimo. Per questo tipo di polizze il massimale assicurato è solitament­e pari a 500 milioni di dollari per singolo evento, destinati a coprire la perdita di vite umane, le conseguenz­e degli infortuni, il rischio di inquinamen­to, le spese di rimpatrio dell’equipaggio e dei passeggeri e l’eventuale rimozione del relitto, se imposta dalla magistratu­ra o dalle Autorità marittime. Nel complesso, dunque, tutte le compagnie assicurati­ve coinvolte nel disastro potrebbero essere chiamate a pagare più di 530 milioni di euro.

La rimozione del relitto, secondo quanto affermato dagli esperti del settore, è difficile ma non impossibil­e, e sarebbe preceduta dallo svuotament­o del serbatoio che dovrebbe contenere circa 18mila litri di gasolio e oli.

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