Sud Sardegna, riassetti ancora al palo
Aperte le vertenze per gli stabilimenti Glencore, Eurallumina e Sider Alloys
Per i sindacati non c’è più tempo da perdere: sollecitata la convocazione del tavolo ministeriale per affrontare le vertenze che riguardano il polo industriale di Portovesme. Che significa Glencore, Eurallumina e Sider Alloys. Nel primo caso la vertenza della Glencore interessa gli stabilimenti gestiti dalla controllata Portovesme srl situati a Portovesme e a San Gavino. A pressare sono le organizzazioni sindacali di Filctem, Femca e Uiltec, dopo l’incontro con l’assessore regionale dell’Industria Emanuele Cani per fare il punto sullo stato della vertenza iniziata lo scorso anno quando l’azienda, a causa degli alti costi dell’energia, ha deciso di ridurre le produzioni e fare ricorso alla Cassa integrazione. Nel frattempo, oltre alle manifestazioni, ci sono stati anche i progetti per produzioni alternative.
Un’iniziativa riguarda la sperimentazione per la produzione di bismuto negli impianti utilizzati per i lingotti di piombo. Il progetto prevedeva che dalle stesse lavorazioni si potessero ricavare concentrati del materiale utilizzato sia in ambito chimico sia farmaceutico. C’è poi il nodo Portovesme e il progetto per la realizzazione dell’impianto per la produzione di litio da utilizzare per le batterie in un piano di investimenti che vale oltre mezzo miliardo. « Per il sito di Portovesme, la società ha dichiarato di avere in corso uno studio di fattibilità per il progetto litio ma i termini per la presentazione dei risultati dello studio sono slittati per diverse volte e ancora oggi non vengono indicati i tempi - scrivono i sindacati -. La Glencore ha dichiarato che con l’energia a 70 euro per MWh, avrebbe fatto ripartire la linea zinco sino al cambio di produzione con il litio. A oggi il tavolo tecnico insediato al Mimit non ha prodotto nessun risultato tangibile sul tema energetico per superare il problema » .
Al futuro dello stabilimento che la Glencore gestisce con la controllata Portovesme Srl è legato il destino di circa 1.200 lavoratori tra diretti e appalti. Quella della Glencore non è l’unica vertenza aperta. Tra le richieste dei sindacati c’è quella relativa al futuro dell’Eurallumina, l’azienda controllata dalla russa Rusal che a Portovesme ha un piano da 300 milioni di euro e l’inserimento di un migliaio di persone, per rimettere in marcia la raffineria che sino al 2009 trasformava la bauxite in allumina. A frenare il progetto di sviluppo è la questione energetica perché lo stabilimento, per poter ripartire, ha necessità di vapore.
Altro nodo da sciogliere è quello della Sider Alloys, l’azienda che ha rilevato lo smelter dall’Alcoa e ha un piano di investimenti che superano i 140 milioni di euro e oltre 300 assunzioni. « Le garanzie Sace con Invitalia ancora non arrivano e il rilancio ancora non parte - denuncia Roberto Forresu, segretario regionale Fiom - per questo motivo è necessario che ci sia una interlocuzione di alto livello, anche alla luce del fatto che lo Stato è presente nella compagine aziendale con una quota » .
I sindacati in pressing per definire i programmi di rilancio delle aziende