Prezzi del litio a picco, per SQM utili - 63,2%
L’offerta del metallo per batterie supera la domanda, in crisi anche i big del settore
La produzione di litio non è più un buon affare per nessuno. Anche il secondo fornitore mondiale, la cilena SQM – che ricava il metallo usato nelle batterie a costi molto competitivi, dalle brine dei laghi salati nel deserto di Atacama – accusa il colpo della caduta dei prezzi, con risultati inferiori alle attese nel secondo trimestre: utili in picchiata del 63,2% su base annua, a 213,6 milioni di dollari, su un fatturato di 1,3 miliardi. Tra aprile e giugno SQM ha registrato vendite record di litio in termini di volumi. Ma questo non è bastato a contrastare la debolezza dei prezzi, che secondo il ceo Ricardo Ramos è destinata a proseguire: « Prevediamo che la tendenza continuerà nella seconda metà dell’anno, gli attuali indici dei prezzi del litio in Cina sono già calati di quasi il 20% rispetto alla media nel secondo trimestre » .
Ramos non è l’unico nel settore ad esprimere pessimismo. Il litio, presente in quasi tutte le batterie oggi in commercio, si è guadagnato in passato l’appellativo di “oro bianco”, ma da tempo ha smesso di essere prezioso: i prezzi, crollati di circa l’ 80% nell’ultimo anno, sono ai minimi dal 2021, depressi da un eccesso d’offerta che per molti analisti faticherà a dissiparsi prima della fine di questo decennio. Le valutazioni record di qualche anno fa hanno stimolato un rapido sviluppo della produzione, che solo adesso comincia in parte a rallentare. E la domanda non cresce ai ritmi vertiginosi che si immaginavano: le auto elettriche “pure” si diffondono a rilento in Europa e in Nord America, spingendo molte case a ridimensionare i piani produttivi. E il mercato frena anche in Cina, in parte perché a livello domestico la penetrazione è già molto elevata e in parte per effetto dei dazi imposti da Usa e Ue.
SQM nonostante tutto non molla: il ceo Ramos ha confermato i piani di espansione. Il numero uno mondiale del litio, la statunitense Albemarle – che ha operazioni anche nel deserto cileno di Atacama – ha invece annunciato a fine luglio ulteriori tagli dei costi e della produzione, dopo aver accusato una perdita trimestrale netta di 188,2 milioni di dollari, contro un profitto di 650 milioni un anno prima. Tagli produttivi sono stati effettuati anche da altri fornitori di litio, soprattutto in Australia ( dove il metallo è ricavato dalle rocce di spodumene, con costi più elevati), ma anche in Cina. Altre minerarie continuano tuttavia ad espandere l’offerta.