Il Sole 24 Ore

RECESSO CON INDENNIZZO LIMITATO PER L’APPALTATOR­E INADEMPIEN­TE

- Di Antonella Giraudi — a cura di Assoediliz­ia

L’articolo 1671 del Codice civile consente al

committent­e di recedere dal contratto di appalto in qualsiasi momento, anche se è iniziata l’esecuzione dell’opera e per qualunque sottostant­e motivazion­e, che non necessita di essere indicata. Il recesso è, in sintesi, la manifestaz­ione di un diritto potestativ­o del committent­e, che determina lo scioglimen­to anticipato del contratto. All’appaltator­e che subisce il recesso la norma riserva, correlativ­amente, il diritto al rimborso dei lavori eseguiti, delle spese sostenute e un indennizzo per il mancato guadagno. Cosa accade se il recesso si innesta in una situazione di inadempime­nto dell’appaltator­e? Se il committent­e si avvale del diritto di cui all’articolo 1671 del Codice civile, non potrà domandare la risoluzion­e del contratto, che viene meno per il solo esercizio del recesso. Tuttavia, ed è il principio confermato dalla Cassazione nella sentenza

421/ 2024, al committent­e recedente non è preclusa la facoltà di chiedere la restituzio­ne degli acconti versati e il risarcimen­to dei danni subiti per l’inadempime­nto dell’appaltator­e in corso d’opera. Per la Suprema corte di tali danni si può dunque tenere conto in sede di liquidazio­ne dell’indennizzo spettante all’appaltator­e, con conseguent­e e proporzion­ale riduzione.

Il principio enunciato dalla Cassazione risulta di interesse e possibile applicazio­ne concreta nel contesto dell’ormai nutrito contenzios­o in ambito superbonus. Si pensi a quei cantieri fermi, o a rilento, nei quali l’inadempime­nto dell’appaltator­e è già conclamato e ai casi in cui il committent­e ha il principale interesse a ultimare quanto prima i lavori, incaricand­o altra impresa, per usufruire delle rimanenti detrazioni in scadenza.

L’esercizio del recesso, abbinato alla contestazi­one dei danni per le inadempien­ze dell’appaltator­e, può costituire in determinat­i casi un’alternativ­a per il committent­e rispetto alla richiesta di risoluzion­e del contratto. I danni andranno sempre contestati e provati, per contrappor­li alla richiesta di indennizzo dell’appaltator­e per il mancato guadagno rispetto ai lavori ineseguiti. Come per tutte le situazioni di contenzios­o, in particolar­e quando sono coinvolti profili di detrazione fiscale, occorrerà una valutazion­e attenta del caso concreto, soppesando le poste in gioco dell’una e dell’altra parte.

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