Ispettorato, sanzioni in ordinanza definite con parametri oggettivi
Tra gli elementi da valutare le dimensioni economiche del soggetto controllato
A seguito di controlli in materia di lavoro, le aziende che ricevono un verbale con cui vengono contestati illeciti amministrativi devono decidere se regolarizzare le violazioni contestate e pagare la sanzione amministrativa comminata o, ritenendo di essere nel giusto ovvero non avendo disponibilità economica per procedere al pagamento, attendere l’ordinanza ingiunzione, chiedendo eventualmente la rateizzazione dell’importo da pagare o proseguendo nel contenzioso. Ago della bilancia per la valutazione può essere anche la differenza tra l’importo della sanzione comminata dagli ispettori nel verbale unico ( pagamento in misura ridotta - articolo 16 legge 689/ 1981) e l’importo della sanzione amministrativa quantificata nell’ordinanza- ingiunzione ( articolo 18 della legge 689/ 1981).
L’Ispettorato territorialmente competente, sentiti gli interessati, se ne hanno fatto richiesta, ed esaminati i documenti e gli argomenti esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l’accertamento, determina, con ordinanza motivata, la somma dovuta per la violazione e ne ingiunge il pagamento, insieme con le spese, all’autore della violazione e alle persone obbligate solidalmente. In caso contrario, viene emessa l’ordinanza motivata di archiviazione degli atti. I criteri da utilizzare per la determinazione della sanzione amministrativa pecuniaria fissata dalla legge tra un limite minimo e uno massimo sono previsti dall’articolo 11 della legge 689/ 1981 e vengono meglio specificati nella circolare 121/ 1988 del ministero del Lavoro ( richiamata anche dalla successiva circolare 146/ 1992), che è ancora oggi punto di riferimento per gli uffici.
Si deve avere riguardo alla gravità della violazione ( ad esempio: numero di lavoratori coinvolti, durata della violazione), all’opera svolta dall’agente per la eliminazione o attenuazione delle conseguenze della violazione ( ad esempio, regolarizzazione effettuata dal datore di lavoro, seppure in ritardo rispetto al termine oggetto di diffida o successivamente alla contestazione dell’illecito), nonché alla personalità dello stesso ( tenendo conto, ad esempio, del comportamento recidivo del trasgressore e dell’atteggiamento collaborativo nella fase istruttoria) e alle sue condizioni economiche ( se e in quanto accertabili con sicurezza, possono assumere rilevanza per un adeguata graduazione della sanzione al fine di una sua effettiva incidenza sul patrimonio del trasgressore).
La circolare, pur non vincolante, è comunque uno strumento utile per garantire omogeneità ed equilibrio alle decisioni delle sedi territoriali. Viene previsto un sistema di calcolo delle variabili prese in considerazione dall’articolo 11, a cui vengono riconnessi coefficienti numerici ( per un rialzo massimo fino al coefficiente 10) sulla cui base si moltiplicherà il differenziale di minimo e massimo edittale, da aggiungere al minimo edittale. Il risultato sarà la sanzione amministrativa da irrogare. Fermo restando che, sulla scorta di quanto previsto dalla circolare del Lavoro 146/ 1992, ove la somma imposta con ordinanza ingiunzione risultasse inferiore a quella per il pagamento della sanzione in misura ridotta, di norma la sanzione verrà quantificata quantomeno nello stesso importo di quest’ultima, nel rispetto dei criteri di equità ed obiettività dell’azione amministrativa.
Anche il recente Dlgs 103/ 2024 all’articolo 5, comma 7, fissa un principio che, come evidenziato dall’Ispettorato ( nota 1357/ 2024), incide sui criteri di commisurazione delle sanzioni da adottarsi con ordinanza- ingiunzione, al pari di quelli indicati dal richiamato articolo 11 della legge 689/ 1981. La norma, infatti, dispone che le amministrazioni improntano la propria attività al rispetto del « principio del contraddittorio » e « adottano i provvedimenti di propria competenza, ivi incluse eventuali sanzioni, in modo proporzionale al livello di rischio (…) al pregiudizio arrecato, alle dimensioni del soggetto controllato e all’attività economica svolta » .
Confermato dall’Ispettorato anche il peso del comportamento dal trasgressore