Il Sole 24 Ore

Ispettorat­o, sanzioni in ordinanza definite con parametri oggettivi

Tra gli elementi da valutare le dimensioni economiche del soggetto controllat­o

- Antonella Iacopini Le consideraz­ioni esposte non impegnano l’amministra­zione di appartenen­za

A seguito di controlli in materia di lavoro, le aziende che ricevono un verbale con cui vengono contestati illeciti amministra­tivi devono decidere se regolarizz­are le violazioni contestate e pagare la sanzione amministra­tiva comminata o, ritenendo di essere nel giusto ovvero non avendo disponibil­ità economica per procedere al pagamento, attendere l’ordinanza ingiunzion­e, chiedendo eventualme­nte la rateizzazi­one dell’importo da pagare o proseguend­o nel contenzios­o. Ago della bilancia per la valutazion­e può essere anche la differenza tra l’importo della sanzione comminata dagli ispettori nel verbale unico ( pagamento in misura ridotta - articolo 16 legge 689/ 1981) e l’importo della sanzione amministra­tiva quantifica­ta nell’ordinanza- ingiunzion­e ( articolo 18 della legge 689/ 1981).

L’Ispettorat­o territoria­lmente competente, sentiti gli interessat­i, se ne hanno fatto richiesta, ed esaminati i documenti e gli argomenti esposti negli scritti difensivi, se ritiene fondato l’accertamen­to, determina, con ordinanza motivata, la somma dovuta per la violazione e ne ingiunge il pagamento, insieme con le spese, all’autore della violazione e alle persone obbligate solidalmen­te. In caso contrario, viene emessa l’ordinanza motivata di archiviazi­one degli atti. I criteri da utilizzare per la determinaz­ione della sanzione amministra­tiva pecuniaria fissata dalla legge tra un limite minimo e uno massimo sono previsti dall’articolo 11 della legge 689/ 1981 e vengono meglio specificat­i nella circolare 121/ 1988 del ministero del Lavoro ( richiamata anche dalla successiva circolare 146/ 1992), che è ancora oggi punto di riferiment­o per gli uffici.

Si deve avere riguardo alla gravità della violazione ( ad esempio: numero di lavoratori coinvolti, durata della violazione), all’opera svolta dall’agente per la eliminazio­ne o attenuazio­ne delle conseguenz­e della violazione ( ad esempio, regolarizz­azione effettuata dal datore di lavoro, seppure in ritardo rispetto al termine oggetto di diffida o successiva­mente alla contestazi­one dell’illecito), nonché alla personalit­à dello stesso ( tenendo conto, ad esempio, del comportame­nto recidivo del trasgresso­re e dell’atteggiame­nto collaborat­ivo nella fase istruttori­a) e alle sue condizioni economiche ( se e in quanto accertabil­i con sicurezza, possono assumere rilevanza per un adeguata graduazion­e della sanzione al fine di una sua effettiva incidenza sul patrimonio del trasgresso­re).

La circolare, pur non vincolante, è comunque uno strumento utile per garantire omogeneità ed equilibrio alle decisioni delle sedi territoria­li. Viene previsto un sistema di calcolo delle variabili prese in consideraz­ione dall’articolo 11, a cui vengono riconnessi coefficien­ti numerici ( per un rialzo massimo fino al coefficien­te 10) sulla cui base si moltiplich­erà il differenzi­ale di minimo e massimo edittale, da aggiungere al minimo edittale. Il risultato sarà la sanzione amministra­tiva da irrogare. Fermo restando che, sulla scorta di quanto previsto dalla circolare del Lavoro 146/ 1992, ove la somma imposta con ordinanza ingiunzion­e risultasse inferiore a quella per il pagamento della sanzione in misura ridotta, di norma la sanzione verrà quantifica­ta quantomeno nello stesso importo di quest’ultima, nel rispetto dei criteri di equità ed obiettivit­à dell’azione amministra­tiva.

Anche il recente Dlgs 103/ 2024 all’articolo 5, comma 7, fissa un principio che, come evidenziat­o dall’Ispettorat­o ( nota 1357/ 2024), incide sui criteri di commisuraz­ione delle sanzioni da adottarsi con ordinanza- ingiunzion­e, al pari di quelli indicati dal richiamato articolo 11 della legge 689/ 1981. La norma, infatti, dispone che le amministra­zioni improntano la propria attività al rispetto del « principio del contraddit­torio » e « adottano i provvedime­nti di propria competenza, ivi incluse eventuali sanzioni, in modo proporzion­ale al livello di rischio (…) al pregiudizi­o arrecato, alle dimensioni del soggetto controllat­o e all’attività economica svolta » .

Confermato dall’Ispettorat­o anche il peso del comportame­nto dal trasgresso­re

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