Il Sole 24 Ore

Borse caute dopo il gran rally: in otto sedute volatilità ko

L’indice Vix della paura è sceso da 65 del 5 agosto a 15: mai era accaduto in 30 anni Occhi puntati sui verbali della Fed ( oggi) e sul discorso di Powell ( venerdì)

- Maximilian Cellino

Un ritorno alla tranquilla routine di sempre dopo il grande spavento in appena sette sedute. Mai era successo negli ultimi 30 anni che l’ago del barometro della tempesta, quel Vix che misura la volatilità attesa sull’indice azionario S& P 500 di New York, tornasse sui livelli mediani di lungo termine dopo un picco come quello toccato nel lunedì nero dello scorso 5 agosto. Il suo rientro nei ranghi ( 15 punti rispetto alla fiammata di 65) a passo di record la dice lunga sull’aria che si è respirata nelle ultime due settimane sui mercati. Al tempo stesso non convince però del tutto gli operatori, che sembrano pronti a rinforzare ancora gli argini dei portafogli per far fronte a nuove ondate di volatilità.

Ieri Wall Street si è mossa con la massima cautela in attesa dei verbali dell’ultima riunione della Federal Reserve e ancora di più in vista dell’attesa testimonia­nza del presidente Jerome Powell al simposio annuale di Jackson Hole prevista per venerdì, mentre l’Europa ha tirato il fiato con Piazza Affari in leggero ribasso (- 0,59%) condiziona­ta dalla debolezza dei titoli del settore energetico e delle banche. Le otto sedute consecutiv­e di rialzo registrate prima di ieri a New York sono in ogni caso elementi difficili da confutare, così come il fatto che i principali listini mondiali siano stati tutti in grado di recuperare ampiamente le perdite subite a inizio mese.

A favorire la marcia di rientro sono stati senz’altro gli elementi positivi contenuti nei dati macro, che hanno per il momento allontanat­o lo spettro di una recessione negli Stati Uniti e al tempo spesso alimentato una fiduciosa attesa nel tagli dei tassi che la Fed si avvia a effettuare nella riunione di metà settembre: uno scenario di atterraggi­o « morbido » e soprattutt­o « controllat­o » che incontra il favore di chi investe. L’episodio di volatilità è stato quindi attribuito soprattutt­o a ragioni di carattere tecnico quali il rapido smantellam­ento delle posizioni di carry trade dovuto al forte apprezzame­nto dello yen, ma anche al posizionam­ento particolar­mente squilibrat­o dei fondi sui mercati azionari.

Una conferma in tal senso arriva da Ubs, pronta ad analizzare nove precedenti simili dal 1990 in poi. « L’analisi storica e il contesto stesso della recente impennata del Vix non lasciano presagire un’imminente crisi del credito o un vasto ampliament­o degli spread » , rassicuran­o gli analisti della banca d’affari elvetica, che mantengono per questo le posizioni sui titoli obbligazio­nari societari, nonostante le loro valutazion­i elevate e grazie soprattutt­o a rendimenti più interessan­ti.

Questo non significa tuttavia che i dubbi che turbavano i sonni di chi opera sui mercati appena qualche settimana fa si siano chiariti del tutto, anzi: gli analisti di BofA Securities li enumerano uno ad uno, partendo da « dati economici che rimangono volatili e in grado di influenzar­e la funzione di reazione degli asset a rischio » , per proseguire con la doppia incertezza costituita dalla rapidità e dalla misura delle attese azioni della Fed e dal crescente rischio politico per l’avviciname­nto delle elezioni Presidenzi­ali Usa e concludere con le « prospettiv­e dell’intelligen­za artificial­e » rimandando ai risultati di bilancio che Nvidia, l’alfiere del settore, presenterà alla fine di questo mese.

Difficile restare tranquilli in un contesto del genere, a maggior ragione quando i nervi sono stati appena messi a dura prova. « Dopo aver subito l’ennesimo shock legato alla fragilità nel mese di agosto, agli investitor­i è stato ricordato che i mercati rimangono struttural­mente instabili » , avverte BofA, aggiungend­o che questa situazione « potrebbe rendere ancora più difficile la navigazion­e nei mesi storicamen­te volatili di settembre e ottobre, dato il contesto di rischi elevati » .

Anche per questo motivo la banca d’affari americana rinnova l’invito ad acquistare coperture contro un aumento futuro della volatilità, ora che il loro prezzo è tornato a buon mercato. Saranno pure consigli più adatti agli operatori profession­isti e difficili da replicare per i semplici risparmiat­ori, ma valgono comunque a ricordare ancora una volta l’antico adagio che recita « fidarsi è bene, non fidarsi è meglio » .

‘ Piazza Affari in lieve calo (- 0,59%) per la debolezza dei titoli energetici e bancari

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