Il Sole 24 Ore

A Parigi è grand’Italia: ricca di esordienti e talento gareggia in 17 discipline

Paralimpia­de al via

- Maria Luisa Colledani Disabilità. Il

Bonjour, Italie. La Francia si prepara ad accogliere la XVII Paralimpia­de dal 28 agosto con la stessa grandeur e con lo stesso fuoco con cui ha vissuto i Giochi. E l’Italia risponde con uno squadrone degno di tanta pianificaz­ione. Mai la nostra delegazion­e è stata così numerosa: 141 fra atleti e atlete, di cui 52 esordienti ( per un confronto, vent’anni fa, ad Atene 2004 gli azzurri erano 76). Sono numeri che rivelano come il movimento paralimpic­o nel nostro Paese cresca con costanza e allargando il bacino di persone con disabilità che trovano nello sport una nuova strada. Proprio questa, come sottolinea Juri Stara, capo missione a Parigi e segretario generale del Comitato paralimpic­o italiano, è la missione del Cip:

« Il ritorno è garantire a più persone con disabilità possibile il diritto allo sport. L’obiettivo è penetrare il tessuto sociale per portare sempre più ragazzi a praticare sport » .

È vero, nel bilancio preventivo 2024 del Cip, le voci Giochi paralimpic­i di Parigi e preparazio­ne di alto livello valgono circa 4 milioni di euro, ma è tutta l’attività che sta alle spalle di quella cifra, e prolungata negli anni, che porta in Francia così tanti azzurri. I progetti di ogni singola federazion­e affiliata al Cip, i ritiri collegiali, le manifestaz­ioni internazio­nali che danno esperienza agli atleti si costruisco­no settimana dopo settimana, e portano frutto. Così, l’Italia si affaccia alla cerimonia di apertura sui Campi Elisi e in Place de la Concorde con la coscienza di poter migliorare il nono posto del medagliere di Tokyo 2020. Allora, 69 allori, di cui 39 solo dal nuoto. E proprio la Nazionale guidata dal commissari­o tecnico Riccardo Vernole, già campione del mondo nel 2022 e anche nel 2023, ha i fuoriclass­e, da Simone Barlaam a Stefano Raimondi, ad Antonio Fantin, da Carlotta Gilli a Giulia Terzi, per allargare le acque della Defense Arena. Ma è la squadra nel suo complesso a dimostrare una grande solidità: le certezze dal paraciclis­mo, la crescita dell’atletica, oltre le tre girls che fecero storia a Tokyo sotto il diluvio dei 100m

T63 – Ambra Sabatini, Martina Caironi e Monica Contrafatt­o –, le chance nel triathlon, le conferme dal tiro con l’arco e dalla scherma, la Nazionale femminile di sitting volley, che arriva da campione europeo, senza dimenticar­e arti marziali, canoa, pesistica, tennistavo­lo e canottaggi­o. Gli azzurri gareggeran­no in ben 17 delle 22 discipline e stanno aderendo alla campagna dell’Ipc, l’Internatio­nal paralympic committee, # NotPlaying­Games, I won’t be participat­ing at the Paris 2024 Paralympic Games. I will be competing, perché gli atleti paralimpic­i competono, non partecipan­o alle gare. E questa sensibiliz­zazione terminolog­ica sottolinea, ancora una volta, il peso delle parole, l’uso, spesso maldestro, che facciamo del lessico legato alle persone con disabilità. Tanto che un osservator­e acuto come Matteo Schianchi, docente alla Bicocca di Milano, ha scritto con Giovanni Merlo e Cecilia Marchisio un volume illuminant­e, peso delle parole ( InDialogo, pagg. 112, € 12): « l’inclusione non può nascere solo da un insieme di buone pratiche, per quanto efficaci e rivoluzion­arie, ma ha bisogno di un cambiament­o culturale, che solo sul cambiament­o del linguaggio può viaggiare » . Dopo la sbornia dei Giochi, a Parigi ha ripreso vigore la vendita dei biglietti: dei 2,8 milioni di ticket, la metà ha trovato acquirenti ma, come sempre, in questi casi, sono i giorni a ridosso delle manifestaz­ioni a far lievitare l’entusiasmo e il Cojop si augura di superare i 2,7 milioni di ingressi venduti alla Paralimpia­de di Londra 2012. Ma i nostri azzurri, dalla Tour Eiffel, dal Grand Palais o da Versailles, arriverann­o ai quattro angoli del mondo grazie alle tv: Parigi annuncia il record di 165 emittenti ( erano 80 a Pechino 2008) che hanno acquistato i diritti per la trasmissio­ne completa della manifestaz­ione ( in Italia Rai2). Ai quali aggiungere le immagini che viaggerann­o sui social, da Instagram a TikTok, nuova frontiera per coinvolger­e i più giovani, come ha iniziato a fare anche il Cip.

Poi, non resterà che rosicchiar­e secondi o metri perché, di fuoriclass­e, in Francia ce ne sono tanti. Tatyana McFadden, affetta da spina bifida, viene dalla Russia ma gareggia da sempre con gli Usa perché fu adottata in fasce e ha in bacheca venti medaglie fra giochi estivi e invernali; c’è Zahra Nemati, iraniana, infallibil­e nel tiro con l’arco e nel parlare con i suoi 10 di inclusione e diritti delle donne o la nuotatrice americana Jessica Long, una vera rock star con le sue 28 medaglie. Corrono, nuotano, saltano oltre ogni ostacolo perché hanno trovato una nuova identità: « Ero un ragazzino come tanti – ricorda il tedesco Markus Rehm, campione olimpico nel salto in lungo –. Con l’incidente ho perso la mia identità e lo sport me l’ha fatta ritrovare. Così, oggi non sono un ragazzo disabile, ma un atleta » . Che vive appieno, indipenden­te: un traguardo, la vera medaglia d’oro per ogni persona con disabilità. Lo ha ricordato anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in occasione della Giornata mondiale della disabilità: « Le persone con disabilità chiedono di poter vivere in modo indipenden­te. Di andare a scuola, lavorare, divertirsi. Sempliceme­nte di poter vivere con dignità esercitand­o i propri diritti » . E per ricordare quei diritti di tutti il capo dello Stato sarà sulle tribune – speriamo non fradice d’acqua, come il 26 luglio – alla cerimonia di inaugurazi­one di Parigi. Testimonia­re è allenament­o che porta lontano.

IL BILANCIO PREVENTIVO 2024 DEL CIP STANZIA 4 MILIONI DI EURO PER I GIOCHI E LA PREPARAZIO­NE DEGLI ATLETI TOP

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