Data 4 quadruplica gli investimenti previsti
Il gruppo francese aumenterà l’impegno da 500 milioni a 2 miliardi nel 2030
Data 4, la società francese che realizza data center, punta sull’Italia e proprio qui quadruplicherà gli investimenti nel giro dei prossimi sei anni: si passerà dagli attuali 500 milioni di euro ai 2 miliardi ipotizzati nel 2030.
La ragione è che il territorio italiano ha bisogno di queste nuove infrastrutture, pensate per la “custodia” massiccia di dati e la loro manutenzione, il che vuol dire protezione dei segreti industriali, delle informazioni aziendali e degli archivi di produzione e filiere.
Tutto passa da questa quarta dimensione invisibile, la digitalizzazione, richiesta dai più svariati settori. Per ora l’investimento principale di Data 4 è a Milano 1, cioè Settimo Milanese- Cornaredo, con 8 ettari di infrastrutture, che arriveranno a 21 nel 2030. Ma potrebbe esserci presto una Milano 2 a Vitone, sempre nell’hinterland milanese. Altre aree guardate con interesse sono il Piemonte e la zona circostante Roma.
In prospettiva, un altro obiettivo è l’autoproduzione di energia, per ora ai tentativi iniziali. Il primo traguardo è arrivare al 35% di energia rinnovabile entro la fine del 2025. L’ultima generazione di apparecchiature ha un basso contenuto di carbonio, ma rimane il problema dello smaltimento futuro e per questo l’uso di materiali meno impattanti diventa fondamentale.
« Intendiamo continuare a investire per la realizzazione di progetti innovativi, che hanno come obiettivo la riduzione dell’impatto ambientale legato alle nostre attività, in linea con il nostro modello di crescita responsabile » , dice Davide Suppia, country manager di Data 4 Italia.
Al momento, le aree occupate sono quelle ex industriali, che hanno una vicinanza con i centri abitati, ma che mantengono comunque la possibilità di un’espansione rapida. L’habitat naturale è per questo una zona infrastrutturata ma periferica, dove la riqualificazione rappresenta anche una compensazione ambientale per il territorio. Il mandato del gruppo è di non andare nelle aree agricole. Altra condizione necessaria è la stabilità geologica, oltre al basso rischio sismico e idrogeologico.
Al momento, Data 4 ha 60 clienti. Davide Suppia sottolinea che le normative europee superano quelle americane, visto che in Europa le garanzie sulla privacy sono maggiori. C’è bisogno tuttavia, aggiunge Suppia, di snellire le procedure, perché al momento vengono utilizzati iter lunghi applicati ad altri settori, che prevedono ad esempio la Via, la valutazione di impatto ambientale generalmente usata per strade e opere più impattanti.
« La localizzazione dei dati è di importanza strategica nell’era della globalizzazione, soprattutto in un contesto di elevati rischi geopolitici – conclude –. La scelta di ospitare i dati critici nel proprio Paese di residenza o in Europa, dove il Gdpr e norme specifiche garantiscono rigorosi processi di controllo e sicurezza, permette di proteggersi dalle leggi extraterritoriali di Paesi terzi, garantendo maggiori sicurezze a cittadini e imprese » .
Dopo Milano, interesse su Roma e il Piemonte Il country manager Suppia: « Attenzione all’impatto ambientale »