Incentivi, a settembre il Codice unico atteso in consiglio dei ministri
Al primo decreto legislativo seguirà successivamente un altro provvedimento
Alla ripresa dell’attività governativa, dopo la pausa di agosto, tornerà d’attualità la riforma degli incentivi alle imprese. Uno dei due decreti legislativi in preparazione al ministero delle Imprese e del made in Italy ( Mimit) dovrebbe infatti approdare a settembre in consiglio dei ministri. Il lavoro dei tecnici del ministero in verità è in corso da diversi mesi ( si veda Il Sole 24 Ore del 2 aprile), anche con il coinvolgimento delle associazioni di categoria e delle Regioni.
Il punto di partenza per il riordino è la legge delega approvata in Parlamento alla fine dello scorso ottobre. La relazione illustrativa ricordava i numeri dell’ultimo Rapporto annuale sulle agevolazioni al sistema produttivo: 2.457 agevolazioni ( 271 delle amministrazioni centrali e 2.186 regionali) che diventano 2.616 includendo garanzie e misure dell’agenzia delle Entrate. Il riordino in corso, volto alla semplificazione e alla razionalizzazione degli interventi, dovrebbe in realtà concentrarsi essenzialmente sulle misure statali, senza strappi traumatici sulle competenze regionali in materia di attività produttive.
Il Dlgs che risulta in fase più avanzata di scrittura contempla il Codice unico degli incentivi, che dovrebbe accorpare una serie di disposizioni stratificatesi negli anni prevedendo contenuti minimi dei bandi e uno snellimento dei procedimenti amministrativi. Il ministero punta a introdurre nel testo il principio della programmazione pluriennale degli strumenti, un maggior coordinamento tra amministrazioni centrali e regionali e la valutazione preventiva, in corso d’opera e a conclusione, degli effetti attesi dalle agevolazioni.
In un secondo momento, toccherà a un secondo decreto delegato con il quale si entrerà nel vivo delle misure, per cancellare i casi di sovrapposizione e concentrare le policy sugli interventi considerati a più alto impatto.
Un punto di caduta dei testi in lavorazione passerà sicuramente per una condivisione con le Regioni. Un mese fa il titolare del Mimit, Adolfo Urso, si è confrontato sulle linee guida del Codice con la commissione Sviluppo economico della Conferenza delle Regioni. Si possono immaginare forme di coordinamento, ma c’è l’intenzione di evitare sconfinamenti nelle competenze. Non è un caso che proprio questo sia stato tra i temi più dibattuti nel corso dell’esame parlamentare della legge delega. In commissione, al Senato, sono stati approvati emendamenti che richiamano al rispetto delle
‘ C’è il nodo delle competenze regionali: il ministero delle Imprese punta a un maggiore coordinamento
competenze in materia ( articolo 117, terzo e quarto comma, della Costituzione), all’ « autonomia programmatica delle Regioni » ( anche sul cofinanziamento dei fondi europei) e sanciscono « l’autonomia » nell’individuazione di eventuali modelli di riordino e nell’attuazione di specifici interventi mirati, comunque « nel rispetto delle diverse realtà territoriali » . Il riferimento del testo base a « soluzioni di raccordo » è stato sostituito, con emendamenti bipartisan, dalla formula « tavoli di confronto interistituzionali » che presuppongono un coinvolgimento delle Regioni ufficiale e più chiaro.