Sui mutui Euribor la parola passa alle Sezioni unite
Se la clausola sugli interessi sia affetta da nullità
Nuova decisione sul tema Euribor manipolato. La prima sezione della Corte di cassazione con ordinanza interlocutoria 19900 del 19 luglio 2024 ha trasmesso il ricorso alla Prima Presidente, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni unite, su alcune questioni relative alla validità delle clausole di determinazione degli interessi a fronte dell’accertata manipolazione dell’Euribor.
Era prevedibile che sarebbe stata disposta la rimessione alle Sezioni unite in quanto la questione sorge dai contrasti rispetto al l’orientamento espresso nella ordinanza della Terza Sezione n. 12007 del maggio 2024. Così la Prima sezione ( tabellarmente competente in materia di contratti bancari) , ritenendo che la questione della manipolazione dell’Euribor sia inerente all’interpretazione delle regole di diritto per le quali vi sia l’esigenza di un orientamento uniforme, ha rimesso la controversia alle Sezioni
Unite sulle seguenti questioni:
a) se il contratto di mutuo contenente la clausola di determinazione degli interessi, parametrata all’indice Euribor, costituisca un negozio “a valle” rispetto all’intesa restrittiva della concorrenza accertata, per il periodo dal 29 settembre 2005 al 30 maggio 2008, dalla Commissione Ue con decisioni del 2013 e del 2016; oppure se, invece, indipendentemente dalla partecipazione del mutuante a siffatta intesa o dalla sua conoscenza dell’esistenza di tale intesa e dell’intenzione di avvalersi del relativo risultato, tale non sia, mancando il collegamento funzionale tra i due atti, necessario per poter ritenere che il contratto di mutuo costituisca lo sbocco dell’intesa vietata, essenziale a realizzarne e ad attuarne gli effetti;
b) se l’alterazione dell’Euribor, a causa di fatti illeciti posti in essere da terzi, rappresenti una causa di nullità della clausola di determinazione degli interessi di un contratto di mutuo, parametrata su tale indice, per indeterminabilità dell’oggetto, o, piuttosto, costituisca un elemento astrattamente idoneo ad assumere rilevanza solo nell’ambito del processo di formazione della volontà delle parti, laddove idoneo a determinare nei contraenti una falsa rappresentazione della realtà, ovvero quale fatto produttivo di danni.