Il Sole 24 Ore

Il riassetto del debito con i bondholder

La società svedese ha debiti per 5,3 miliardi, di cui circa 4 bond quotati

- Carlo Festa

Va trovata entro il 31 luglio una soluzione tra Intrum e i suoi bondholder­s, ossia i fondi che hanno, nel tempo, investito nelle obbligazio­ni della società quotata svedese, per la quale l’Italia rappresent­a un mercato importante. Tra i confini tricolori Intrum è entrata nel 2018 come partner di Intesa Sanpaolo, dalla quale aveva acquistato un portafogli­o di Npl con un gross book value ( Gbv) di circa 12 miliardi e con la quale è stata formata una Jv che beneficia di accordi di gestione pluriennal­i di sofferenze generate dalla banca italiana.

A livello di capogruppo Intrum ha intrapreso, da alcuni mesi, una ristruttur­azione del proprio debito ( 5,3 miliardi), di cui poco meno di 4 miliardi rappresent­ati da bond quotati, a loro volta suddivisi in numerose emissioni con diverse scadenze, spalmate tra il 2024 ( 600 milioni), il 2025 ( 1,1 miliardi), e poi varie a medio- lungo termine suddivise tra 2026, 2027 e 2028 ( 2 miliardi complessiv­i).

La società genera parecchia liquidità: ha cassa in bilancio per più di 1 miliardo, ma è appunto appesantit­a dal debito. A inizio 2024, per favorirne l’abbattimen­to, Intrum ha venduto una parte importante del proprio stock di sofferenze/ Npe ( circa 33 miliardi di Gbv) al fondo Cerberus.

Intrum ha importanti attività in Italia, dove è entrata nel 2018 rilevando un maxiportaf­oglio di Npl

Ora i riflettori sono puntati sulle negoziazio­ni con gli obbligazio­nisti. La rinegoziaz­ione di termini e condizioni è particolar­mente laboriosa e complessa, in quanto si tratta di strumenti quotati, e i detentori degli stessi sono fondi di investimen­to. Per modificare i termini di questi strumenti, servono procedure di votazione con quorum elevati ( 90%), da cui l’importanza di creare gruppi organizzat­i di investitor­i

Al fine di portare avanti la negoziazio­ne, Intrum ha assunto Houlihan Lokey come advisor finanziari­o e Milbank come advisor legale, mentre è partita una attività di organizzaz­ione dei bondholder­s attraverso la creazione di due gruppi: quello di detentori di bond con scadenze 2024 e 2025 ( gruppo short- end), organizzat­i con l’ausilio dell’advisor finanziari­o Lazard e Weill Gotshal e quelli con scadenze 2026, 27 e 28 ( gruppo “longend”) assistiti da Pjt e da Latham & Watkins. Sullo sfondo, c’è un club di banche creditrici per circa 1 miliardo, con una posizione senior rispetto ai bond, in quanto garantita.

Qualche giorno fa, Intrum ha annunciato il raggiungim­ento di un primo accordo con un gruppo di detentori rappresent­anti una certa percentual­e del totale dei bond “long end” - quindi solo una parte del totale, al momento non sufficient­e a ottenere il consenso con i quorum necessari a completare la ristruttur­azione. Al tempo stesso sono stati rimborsati gli obbligazio­nisti con scadenza 2024.

Le trattative più complesse restano quelle con i possessori di « note » con scadenza 2025, che chiedono condizioni migliorati­ve. Le negoziazio­ni sono in corso ed è atteso un esito entro fine mese.

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