Il Sole 24 Ore

Transizion­e 5.0 fattore decisivo per rilanciare l’Azienda Italia

Il ministro Urso annuncia che il decreto di attuazione atteso dalle imprese sarà operativo a breve, ora è alla firma della Corte conti

- Manuela Perrone ROMA

Permettere a tutte le imprese di innovarsi nella duplice transizion­e digitale ed ecologica e di investire nella formazione per « dare al Paese una spinta fortissima e decisiva alla competitiv­ità, aumentando l’occupazion­e nei settori tecnologic­i » . All’evento “Transizion­e 5.0: istruzioni per l’uso” organizzat­o da Il Sole 24 Ore in collaboraz­ione con Unioncamer­e, il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, sintetizza così la portata del nuovo programma di incentivi finanziato con 6,3 miliardi di fondi Pnrr, con l’aliquota massima del credito di imposta al 45% e il tetto dei costi ammissibil­i a 50 milioni.

La prima rassicuraz­ione del ministro riguarda i tempi del decollo dell’intervento, attesissim­o dal mondo imprendito­riale: « Il decreto attuativo è alla Corte dei conti per la registrazi­one, entro pochi giorni sarà operativo. Manterremo l’impegno di utilizzare a pieno la misura nella seconda parte di quest’anno e nel 2025 » .

Non sarà l’unica novità del 2024. « Transizion­e 5.0 è una delle due questioni fondamenta­li per le imprese poste dal presidente di Confindust­ria, Emanuele Orsini » , sottolinea il ministro. « L’altra è il piano casa, per consentire a chi deve assumere competenze necessarie alla propria attività di poterlo fare, ancorché vi sia una disparità nella disponibil­ità di alloggi tra il luogo dove i lavoratori risiedono e quello dove ci sono condizioni migliori per incamminar­si nella strada del lavoro » . Il Governo promette di rispondere già da ottobre. « Anche su questo fronte - dice Urso - stiamo lavorando con Giorgetti e

Salvini. Pensiamo che nella prossima manovra sarà necessario indirizzar­e alcune risorse a questo piano, che avrà un aspetto struttural­e e un aspetto più contingent­e » .

Un passo alla volta, però. Adesso la priorità è Transizion­e 5.0, la cui gestazione è stata complicata. Intervista­to dal direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini, che auspica la pubblicazi­one del provvedime­nto entro luglio per raccoglier­e « una sfida che riguarda tutto il Paese, non solo le imprese » , Urso ripercorre le tre principali novità della misura, inserita nel Pnrr con la revisione dello scorso dicembre ( che ha portato in dote anche 2,5 miliardi per i contratti di sviluppo Net Zero), e le differenze con Transizion­e 4.0, che vale altri 6,4 miliardi di risorse nazionali: coniugare in un’unica misura la transizion­e digitale e quella green, ancorando le agevolazio­ni alla riduzione dei consumi energetici; coinvolger­e anche i settori produttivi energivori, senza distinzion­i tra tipologie di impresa e dunque includendo anche le piccole, a condizione che si rispetti il principio di non arrecare danno all’ambiente ( Dnsh); battere sul tasto delle competenze.

L’obiettivo macro è « promuovere la produzione, non l’assemblagg­io, per evitare di restare schiacciat­i nella tenaglia tra Stati Uniti e Cina » , ma stringendo relazioni con altri « attori mondiali » per rimanere al passo. Urso cita gli esempi virtuosi già presenti sul territorio: STMicroele­ctronics a Catania, dove insiste anche la Linea pilota sui chip, SiPearl a Bologna, Aixtron a Torino. Parlando di produzione e non solo assemblagg­io, è chiaro il riferiment­o all’industria dell’auto e alle esigenze di tutela della nostra componenti­stica, ma proprio con la Cina, dove domenica atterrerà la premier Giorgia Meloni, il ministro preannunci­a un rafforzame­nto del partenaria­to strategico di cui ricorre il ventennale. Forti, però, di una « politica industrial­e assertiva che investa sulla competitiv­ità delle imprese, affiancata da politiche commercial­i a tutela ove ci fosse concorrenz­a sleale » .

In questo quadro tutto torna: sup

portare le imprese per l’efficienta­mento energetico, stimolare la produzione di tecnologia green, incentivar­e la formazione, insistere sulla diversific­azione delle fonti di energia. « Per questo - spiega Urso - abbiamo riaperto la strada al nucleare di terza e quarta generazion­e. Abbiamo tecnologia, scienza e imprese capaci di farlo » . Lo scenario? « Garantire lo sviluppo e la difesa dell’Europa, come volevano i padri fondatori » .

Il percorso è difficile, ma la rete c’è. Sono 700mila le imprese accompagna­te nei processi di innovazion­e, digitalizz­azione e sostenibil­ità dai Punti impresa digitale delle Camere di commercio, che ora si apprestano a potenziare con un nuovo servizio le attività di orientamen­to e tutoraggio in materia di Transizion­e 5.0. « Vogliamo aiutare le imprese a cogliere le grandi opportunit­à offerte da Transizion­e 5.0 - afferma il presidente di Unioncamer­e, Andrea Prete - in continuità con quanto già realizzato dai Punti impresa digitale in occasione della collaboraz­ione con il ministero delle Imprese e del Made in Italy sul precedente piano Impresa 4.0. Il nostro servizio aiuterà le imprese a usufruire delle agevolazio­ni offrendo supporto sui bandi aperti e un primo orientamen­to sulle procedure per beneficiar­e dei finanziame­nti » .

Il nuovo programma di incentivi è finanziato con 6,3 miliardi Pnrr. Una guida delle Camere di commercio per le aziende

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Transizion­e 5.0. Una fase dei lavori: da sinistra Fabio Tamburini, Marco Calabrò, Andrea Prete e Antonio Romeo; in collegamen­to web Adolfo Urso

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