Frescobaldi: « Le cantine scoppiano di invenduto e ora c’è allarme prezzi »
Il presidente Uiv: « Vanno ridotte le rese produttive per evitare il tracollo »
« È prematuro dare numeri, ma tutto lascia immaginare che si vada verso una vendemmia normale. E questo, un po’, ci fa paura » . Mentre in Sicilia si tagliano i primi grappoli d’uva dell’annata 2024 ( si veda articolo in pagina) il presidente dell’Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, si sofferma sulla prospettiva di una vendemmia su livelli quantitativi standard dopo il crollo dello scorso anno ( 38 milioni di ettolitri, meno 23% sul 2022 e il raccolto più scarso degli ultimi 76 anni) e la trova tutt’altro che rassicurante.
« Ormai neanche più il mondo agricolo esulta per il primato produttivo italiano – aggiunge Frescobaldi –. Le cantine scoppiano per il vino persino dopo un’annata scarsa come quella 2023 ( a giugno scorso 46 milioni di ettolitri ndr). Lo scorso anno l’Abruzzo, una delle principali regioni produttrici, a causa degli attacchi di peronospora ha prodotto il 70% in meno. Quest’anno tornerà alla normalità. Avere tanto vino serve a poco se non si vende. E il mercato sta facendo fatica. I consumi sono in calo un po’ ovunque e soprattutto stanno cambiando. Cambiano le occasioni di consumo e cambia cosa si acquista: sempre meno vini rossi mentre tengono invece bianchi e gli spumanti. I francesi che, spesso, sono più avanti di noi ora lo sono anche nella crisi. A Bordeaux si espiantano vigneti e i valori fondiari sono crollati. Se vogliamo evitare la caduta dobbiamo correre ai ripari. Ed è necessario che anche i produttori in campo comincino a tenerne conto » .
Mentre invece il mondo produttivo prosegue come se si fosse ancora nel boom post Covid quando tutti tornarono ad affollare bar e ristoranti. « Quella felice stagione si è conclusa – prosegue il presidente dell’Unione italiana vini – e bisogna agire con responsabilità. Pochissimi consorzi in Italia hanno ad esempio scelto di ridurre le rese produttive. Una leva di regolamentazione dell’offerta che però i viticoltori non vogliono utilizzare. Davvero non ne capisco il motivo. I grandi formaggi Dop come Parmigiano reggiano e Grana padano hanno costruito parte delle loro fortune recenti proprio sui piani di regolamentazione dell’offerta mentre i vignerons preferiscono avere in cantina tanto prodotto invenduto. Salvo poi, quando si scontrano con i dati di mercato, chiedere aiuti alla rottamazione dei vigneti » .
Un’ipotesi quest’ultima che invece le industrie del vino hanno fortemente contestato. « Non vogliamo – prosegue Frescobaldi – che la distruzione delle vigne venga finanziata con risorse che servono invece alla competitività delle imprese. Non vanno penalizzati gli aiuti agli investimenti e alla promozione all’estero. E siamo per fissare paletti rigidi: estirpazioni vietate in collina e in montagna e per quei vigneti che hanno ricevuto contributi alla ristrutturazione. Non si può prima farsi aiutare per rifare il vigneto e poi per distruggerlo » .
Per il presidente dell’Unione italiana vini non è un’anomalia neanche il forte anticipo dei tempi della vendemmia visto che in Sicilia si comincia a raccogliere l’uva a luglio. « Il cambiamento climatico è un dato di fatto – dice ancora Frescobaldi – ma anche anni fa capitava di cominciare a vendemmiare a luglio. Da quando si sono piantate in Sicilia varietà come precoci Pinot Grigio e Chardonnay che avevano il loro habitat naturale in Alsazia. Nel tempo è cambiata anche la viticoltura. Negli anni Ottanta c’erano poche piante per ettaro ma un grande carico di uva per pianta che portava i grappoli a maturare tardivamente. Adesso invece con i nuovi impianti è necessario raccogliere prima » . Anche su questo, conclude Frescobaldi, « occorre una riflessione: negli anni ci siamo abituati tutti a far un po’ tutto: vini bianchi, rossi, spumanti, vini da dessert. Cerchiamo invece di riscoprire la vocazionalità dei nostri territori: i vini bianchi del Friuli, i rossi di Toscana e Piemonte, i passiti in Sicilia. Rilanciamo le nostre distintività e promuoviamole sui mercati. Forse il rilancio passa anche da qui » .