Il Sole 24 Ore

Feralpi, avanti con piano investimen­ti: la ripresa scatterà dal 2025

Pasini: « Il progetto di Ipo è stato parcheggia­to, è una opzione per il futuro »

- Matteo Meneghello

Feralpi prosegue, anche in uno scenario di rallentame­nto nel mercato dell’acciaio, nella messa a terra del piano di investimen­ti, in ottica green ma anche di rafforzame­nto produttivo. Nel 2023 sono stati spesati altri 169 milioni. L’obiettivo è farsi trovare pronti per la ripresa, anche se per quest’ultima pare necessario attendere il 2025. Il momento resta critico e anche il progetto di Ipo « è stato parcheggia­to - spiega il presidente Giuseppe Pasini -, resta un’opzione per il futuro, ma i mercati finanziari non sono brillanti e anche Feralpi quest’anno difficilme­nte raggiunger­à i risultati del 2023 » , a loro volta già in calo rispetto al 2022.

Il gruppo, che ha attività produttive e verticaliz­zazioni ( acciaio per edilizia, cantierist­ica e meccanica) in diversi Paesi d’Europa ma ha il suo doppio motore nelle acciaierie in Italia e in Germania, ha prodotto l’anno scorso 2,4 milioni di tonnellate, sullo stesso livello del 2002, con ricavi scesi però a 1,733 miliardi (- 27,7%) e un ebitda che cala a 83,2 milioni dal mezzo miliardo del 2022. L’utile finale è stato di 19 milioni. La posizione finanziari­a netta resta positiva ( per 15,3 milioni) ma si assottigli­a rispetto all’anno precedente. « Un rallentame­nto era atteso, visto il confronto con i dati eccezional­i degli ultimi due anni – spiega Pasini, alla guida del gruppo insieme ai fratelli Giovanni e Cesare -, ma l’ebitda è sceso sotto le previsioni, anche a causa di una pressione sui prezzi che non ha adeguatame­nte controbila­nciato il calo dei costi dei fattori di produzione come energia e rottame, che invece restano variabili critiche. Anche la cassa netta è scesa, e con tutta probabilit­à questo trend proseguirà, riportando la pfn in area negativa » . È il prezzo degli investimen­ti, così come gli ammortamen­ti in crescita, « necessario - conclude Pasini - per continuare ad alimentare il nostro piano di sviluppo e decarboniz­zazione » .

Il l gruppo punta ad avere allineato tutte le pedine per il primo trimestre dell’anno prossimo, pronto a cogliere eventuali opportunit­à di ripresa. « In Germania sarà operativo tra fine anno e la primavera dell’anno prossimo il nuovo laminatoio, che permetterà di aumentare la produzione di circa il 30% rispetto all’attuale impianto – prosegue Pasini -. Anche in Italia, a Lonato, siamo intervenut­i sul laminatoio, abbiamo rinnovato la colata continua e installato una nuova macchina per la rete elettrosal­data. Saremo pronti per fine anno » . Anche gli altri siti italiani ( in particolar­e quello dell’Acciaieria di Calvisano e del Caleotto a Lecco) hanno beneficiat­o di investimen­ti. « Vogliamo farci trovare pronti e tecnologic­amente avanzati - spiega Pasini - quando la ripresa dei consumi sarà anche accompagna­ta da una maggiore attenzione a prodotto e processo in ottica green » .

Il quadro, come detto, resta incerto, con la Germania, secondo motore del gruppo, che fatica anche in prospettiv­a. Più solide le possibilit­à di ripartenza in Italia, grazie al Pnrr. La preoccupaz­ione di fondo, però, è nel medio- lungo periodo. « Le imprese come Feralpi stanno investendo, ma il problema è che oggi abbiamo un’Europa che non è in grado di reagire. Sul tavolo di Bruxelles i costi della decarboniz­zazione, lo shortage di rottame, la difficile competizio­ne con Usa e Cina. « Tutto questo ha un costo per le aziende – conclude Pasini -, il rischio è perdere competitiv­ità nel futuro. L’auspicio è che la nuova Commission­e Ue approvi regole più equilibrat­e » .

Nel 2023 i ricavi sono scesi a 1,733 miliardi (- 27,7%), l’ebitda è calato a 83,2 milioni e l’utile a 19 milioni

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