Il Sole 24 Ore

La Ue deve investire in tecnologia e cyber security

Strategie finanziari­e

- Paolo Gualtieri Professore di Economia degli Intermedia­ri Finanziari nella Facoltà di Scienze Bancarie Finanziari­e e Assicurati­ve dell’Università Cattolica di Milano

SSERVE UN FONDO EUROPEO CON QUOTE DEI SINGOLI STATI E DEI PRIVATI, SIA ISTITUZION­ALI, SIA INDIVIDUAL­I

e la politica è l’arte del possibile il governo dell’Europa dovrebbe definire le priorità d’investimen­to anche tenendo conto dei vincoli finanziari connessi all’alto livello di indebitame­nto degli Stati e delle opportunit­à derivanti dall’elevato risparmio privato. Da questa prospettiv­a troppo peso è stato attribuito al programma di transizion­e energetica e troppo poco allo sviluppo di tecnologie per la sicurezza informatic­a. Il cambiament­o climatico spinge verso l’adozione di varie forme di energia pulita ma il passaggio è graduale e costoso ed è una chimera pensare di convogliar­e negli investimen­ti verdi il risparmio privato senza adeguati incentivi agli investitor­i che necessaria­mente devono gravare sui bilanci pubblici. Recenti studi relativi al mercato finanziari­o statuniten­se, al quale è spesso utile guardare per comprender­e i fenomeni e coglierne l’evoluzione nel vecchio Continente, mostrano che gli investitor­i nella fase iniziale del fenomeno della transizion­e verde hanno accolto positivame­nte gli investimen­ti sostenibil­i, ma lo hanno fatto credendo che avrebbero ottenuto in futuro una ottima redditivit­à e non per preferenze sociali o etiche. Infatti, quando è emerso che la performanc­e di molti fondi d’investimen­to dedicati agli investimen­ti sostenibil­i è stata modesta, li hanno abbandonat­i e il migliorame­nto dei ratings Esg è risultato irrilevant­e per la decisione di sottoscriv­ere un fondo d’investimen­to.

Il comportame­nto dei risparmiat­ori ha finito con l’orientare le scelte dei gestori dei fondi che, essendo incentivat­i sull’ammontare delle masse gestite, sono sensibili ai flussi di sottoscriz­ioni e riscatti e quindi hanno abbandonat­o la logica degli investimen­ti green. Queste evidenze non sembrano superabili solo con norme che accrescono la trasparenz­a degli investimen­ti sostenibil­i, come la Sustainabl­e Finance Disclosure Regulation emanata dall’Ue nel 2021, ma suggerisco­no la necessità di introdurre incentivi fiscali che riducono il costo della transizion­e energetica e accrescono la redditivit­à degli investimen­ti.

Ne consegue che per attrarre il risparmio privato occorre usare i bilanci degli Stati a meno di riuscire a convincere i Paesi riluttanti, e per prima la Germania, a emettere strumenti finanziari comuni finalizzat­i a specifici investimen­ti green a vantaggio di tutti i Paesi dell’Ue.

All’opposto, l’interesse degli investitor­i privati per lo sviluppo di tecnologie per la sicurezza informatic­a è molto alto come dimostra la straordina­ria crescita di valore della start up israeliana Wiz, con sede a New York, che nata nel 2020 oggi varrebbe 23 miliardi di dollari, valore che Google sembra, secondo rumors riportati dalla stampa, pronta a pagare. Il settore è in grande crescita pure in Europa a causa dell’aumento degli attacchi informatic­i divenuti più frequenti anche per le forti tensioni geopolitic­he. La sicurezza informatic­a è un fattore sempre più importante nella sanità, nell’industria finanziari­a e nelle infrastrut­ture di rete dove i processi sono interament­e digitalizz­ati e l’uso del cloud per l’archiviazi­one e la trasmissio­ne dei dati è sempre più essenziale. Lo sviluppo tecnologic­o nella cyber security accresce notevolmen­te la capacità di identifica­re le minacce e reagire tempestiva­mente. I Paesi europei hanno per ora investito poco in questo settore rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito; dovrebbero avviare dei programmi d’investimen­to comuni, che prevedono l’acquisizio­ne di aziende già operative e il sostegno di start up, i quali potrebbero essere finanziati attraverso la creazione di un fondo d’investimen­to europeo le cui quote vengono sottoscrit­te dai singoli Stati, in parte minore, e da investitor­i privati sia istituzion­ali sia individual­i. Bisogna indirizzar­e il risparmio privato verso gli interessi del nostro Continente ma occorre selezionar­e i settori d’investimen­to con pragmatism­o economico- finanziari­o.

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