La Ue deve investire in tecnologia e cyber security
Strategie finanziarie
SSERVE UN FONDO EUROPEO CON QUOTE DEI SINGOLI STATI E DEI PRIVATI, SIA ISTITUZIONALI, SIA INDIVIDUALI
e la politica è l’arte del possibile il governo dell’Europa dovrebbe definire le priorità d’investimento anche tenendo conto dei vincoli finanziari connessi all’alto livello di indebitamento degli Stati e delle opportunità derivanti dall’elevato risparmio privato. Da questa prospettiva troppo peso è stato attribuito al programma di transizione energetica e troppo poco allo sviluppo di tecnologie per la sicurezza informatica. Il cambiamento climatico spinge verso l’adozione di varie forme di energia pulita ma il passaggio è graduale e costoso ed è una chimera pensare di convogliare negli investimenti verdi il risparmio privato senza adeguati incentivi agli investitori che necessariamente devono gravare sui bilanci pubblici. Recenti studi relativi al mercato finanziario statunitense, al quale è spesso utile guardare per comprendere i fenomeni e coglierne l’evoluzione nel vecchio Continente, mostrano che gli investitori nella fase iniziale del fenomeno della transizione verde hanno accolto positivamente gli investimenti sostenibili, ma lo hanno fatto credendo che avrebbero ottenuto in futuro una ottima redditività e non per preferenze sociali o etiche. Infatti, quando è emerso che la performance di molti fondi d’investimento dedicati agli investimenti sostenibili è stata modesta, li hanno abbandonati e il miglioramento dei ratings Esg è risultato irrilevante per la decisione di sottoscrivere un fondo d’investimento.
Il comportamento dei risparmiatori ha finito con l’orientare le scelte dei gestori dei fondi che, essendo incentivati sull’ammontare delle masse gestite, sono sensibili ai flussi di sottoscrizioni e riscatti e quindi hanno abbandonato la logica degli investimenti green. Queste evidenze non sembrano superabili solo con norme che accrescono la trasparenza degli investimenti sostenibili, come la Sustainable Finance Disclosure Regulation emanata dall’Ue nel 2021, ma suggeriscono la necessità di introdurre incentivi fiscali che riducono il costo della transizione energetica e accrescono la redditività degli investimenti.
Ne consegue che per attrarre il risparmio privato occorre usare i bilanci degli Stati a meno di riuscire a convincere i Paesi riluttanti, e per prima la Germania, a emettere strumenti finanziari comuni finalizzati a specifici investimenti green a vantaggio di tutti i Paesi dell’Ue.
All’opposto, l’interesse degli investitori privati per lo sviluppo di tecnologie per la sicurezza informatica è molto alto come dimostra la straordinaria crescita di valore della start up israeliana Wiz, con sede a New York, che nata nel 2020 oggi varrebbe 23 miliardi di dollari, valore che Google sembra, secondo rumors riportati dalla stampa, pronta a pagare. Il settore è in grande crescita pure in Europa a causa dell’aumento degli attacchi informatici divenuti più frequenti anche per le forti tensioni geopolitiche. La sicurezza informatica è un fattore sempre più importante nella sanità, nell’industria finanziaria e nelle infrastrutture di rete dove i processi sono interamente digitalizzati e l’uso del cloud per l’archiviazione e la trasmissione dei dati è sempre più essenziale. Lo sviluppo tecnologico nella cyber security accresce notevolmente la capacità di identificare le minacce e reagire tempestivamente. I Paesi europei hanno per ora investito poco in questo settore rispetto agli Stati Uniti e al Regno Unito; dovrebbero avviare dei programmi d’investimento comuni, che prevedono l’acquisizione di aziende già operative e il sostegno di start up, i quali potrebbero essere finanziati attraverso la creazione di un fondo d’investimento europeo le cui quote vengono sottoscritte dai singoli Stati, in parte minore, e da investitori privati sia istituzionali sia individuali. Bisogna indirizzare il risparmio privato verso gli interessi del nostro Continente ma occorre selezionare i settori d’investimento con pragmatismo economico- finanziario.