Borse europee in rosso con auto, lusso e tech Piazza Affari al tappeto con un ribasso del 2%
Ftse Mib sotto 34mila punti, peggior seduta dalle elezioni europee Eurostoxx 50 giù dell’ 1% dopo una nuova tornata di bilanci sotto alle attese Tra i titoli più colpiti STMicroelectronics, Stellantis, Universal e Kering
Borse europee al tappeto sotto i colpi delle incertezze macroeconomiche e delle trimestrali deludenti, che fanno suonare campanelli d’allarme sulla tenuta dell’economia globale. Ieri i listini continentali sono stati colpiti fin dall’avvio dall’onda lunga del sell- off sui titoli tech (- 2,69% il sottoindice del comparto), che già mercoledì aveva portato Wall Street a vivere la peggiore seduta dalla fine del 2022. Ad aggravare la situazione è arrivata poi una nuova raffica di risultati di bilancio inferiori alle previsioni, che hanno messo sotto pressione soprattutto i settori auto, media, lusso e beni di consumo.
Piazza Affari è stata la maglia nera, con il Ftse Mib (- 2,03%) che ha registrato la flessione più marcata dai giorni successivi alle elezioni europee, scendendo ai minimi da oltre tre settimane sotto quota 34mila punti. In deciso ribasso anche Parigi (- 1,15%), mentre ha limitato i danni Francoforte (- 0,45%) e Londra nel pomeriggio ha addirittura ritrovato la via dei rialzi, terminando la giornata a + 0,39 per cento. L’Eurostoxx 50 ha comunque lasciato sul terreno oltre un punto percentuale.
si salvano i difensivi
Sul listino milanese hanno vissuto una giornata da brividi StMicroelectronics (- 13,75% ai minimi da novembre 2022) e Stellantis (- 8,7% ai livelli di poco meno di un anno fa), zavorrate dall’annuncio di conti e prospettive sotto le attese. Male anche altri big industriali come Iveco (- 7,61%), Interpump (- 7,46%) e Leonardo (- 3,93%), così come le banche, a partire dal - 2,74% di Mps. In controtendenza titoli difensivi, come quelli delle utility, insieme a Pirelli (+ 1,34%), sostenuta dal + 5% della francese Michelin, i cui conti hanno evidenziato la capacità di compensare il calo dei volumi con il miglioramento del mix di prezzo.
« Dire che i risultati del semestre sono deludenti e modesti è dire poco » , ha ammesso a caldo l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares. Non si è trattato del resto di un’eccezione in questa stagione di trimestrali: più di un quarto delle società dell’indice Msci Europe ha infatti già annunciato i numeri del semestre e di queste meno della metà ha superato le previsioni degli analisti. Risultati che fanno temere al mercato che la crescita economica possa rivelarsi più debole di quanto i dati macro lascino credere e che spingono gli investitori a concentrarsi esclusivamente sui fondamentali e a mettere alla prova i recenti rally, come dimostra l’uscita in massa dal comparto tech dopo la febbre dell’intelligenza artificiale.
A livello continentale, ieri le delusioni sono arrivate anche da colossi come Kering (- 7,47% a Parigi) e Nestlé (- 5,34% a Zurigo), che hanno evidenziato un generale indebolimento dei consumi a ogni livello, dagli alimentari ai beni di lusso. Trend confermato da Unilever, a riprova del fatto che l’aumento dei prezzi ha portato a una revisione della capacità di spesa delle famiglie: il gruppo britannico ha tuttavia guadagnato oltre il 6% a Londra dopo aver ribadito gli obiettivi sulle vendite dell’intero esercizio.
A sgambettare il settore media, infine, è stato il crollo dell’etichetta discografica Universal Music Group, che ad Amsterdam ha perso il 23,5% a causa del rallentamento dei ricavi da streaming, portando l’azionista Vivendi a cedere oltre il 6% a Parigi.
segnali macro a confronto
Nel Vecchio Continente l’umore del mercato non è stato aiutato del resto neanche dalle indicazioni macroeconomiche: l’indice tedesco Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche è infatti sceso inaspettatamente in luglio, scivolando ai minimi da febbraio. Sorpresa positiva, invece, dal Pil degli Stati Uniti, che nel secondo trimestre è cresciuto del 2,8%, decisamente più delle attese, dissipando parte delle preoccupazioni degli investitori. « Gli Stati Uniti sono sulla strada per una crescita stabile e un’inflazione in calo » , ha rassicurato la segretaria al Tesoro, Janet Yellen.
In attesa dei dati sull’inflazione Pce di giugno, in calendario oggi, Wall Street ha rialzato la testa e continua a credere in una riduzione dei tassi Fed a settembre: il taglio è considerato probabile all’ 86% in base in base alle elaborazioni di Cme FedWatch.
Nel Vecchio continente umore peggiorato da dati macro negativi: in luglio nuovo calo a sorpresa dell’indice tedesco Ifo