Carceri, le opposizioni lasciano i lavori Accordo su due emendamenti di Fi
Ok ai domiciliari per gli over 70 e al volontariato per la messa alla prova
Si infiamma il fronte carceri. Dal Senato alla Camera ieri il tema del congestionamento degli istituti di pena, delle condizioni di vita dei detenuti, delle soluzioni per affrontare un’emergenza scandita anche dalla tragedia dei suicidi mai numerosi come quest’anno ha condotto allo scontro tra maggioranza e opposizioni. Al Senato si è concluso l’esame degli emendamenti al decreto legge presentato dal ministro della Giustizia Carlo Nordio con una serie di misure che in nulla, sottolineano i critici, sarà in grado di alleggerire la crisi. E il muro opposto dalla maggioranza a tutte le richieste di modifica avanzate per restituire un minimo di incisività ha condotto le opposizioni a disertare i lavori della commissione Giustizia.
Lo spiega Anna Rossomando del Pd, « non ci sono le condizioni per contribuire all’approvazione di questo decreto. È stato dato un no secco a tutti gli emendamenti delle opposizioni, ma non c’è stata nessuna apertura nonostante audizioni e dichiarazioni iniziali e la situazione drammatica delle nostre carceri » .
Il mandato al relatore sarà conferito martedì e nei giorni successivi il testo sarà discusso dall’Aula. Due emendamenti di Forza Italia al decreto carceri sono stati approvati dalla commissione Giustizia del Senato, gli altri 4 sono stati ritirati su richiesta del Governo, dopo una riunione alla quale hanno partecipato sia la presidente della commissione Giulia Bongiorno sia lo stesso Nordio. Per entrambi il primo firmatario è Pierantonio Zanettin. Il primo emendamento prevede che il magistrato di sorveglianza possa disporre, in via provvisoria, gli arresti domiciliari per i condannati di 70 anni e oltre che abbiano una pena residua da scontare tra 2 e 4 anni, tranne per i reati più gravi. Stessa possibilità può essere decisa se il condannato è già ai domiciliari per gravissimi motivi di salute, fino a una nuova decisione del pm di sorveglianza.
Nell’altro emendamento si apre alla possibilità che un condannato, ammesso all’affidamento in prova e quindi con la possibilità di un lavoro ma per cui non ci sono state occasioni, possa accedere ad esempio ai lavori socialmente utili per i Comuni e senza retribuzione.
Alla Camera la polemica è scoppiata quando la maggioranza ha deciso di rinviare, ancora una volta, discussione e voto sul disegno di legge Giachetti che intervenendo per aumentare lo sconto di pena utile per la liberazione anticipata, da 45 a 70 giorni, con un ulteriore incremento nei due anni successivi all’approvazione della legge, avrebbe consentito una significativa diminuzione del numero dei detenuti.
Durissimo lo stesso Giachetti, deputato di Italia Viva, che parla di « insopportabile presa in giro » , visto che « l’iter di questa proposta di legge inizia il 14 febbraio in commissione. C’è stato un primo rinvio, poi la richiesta da parte della maggioranza di un nuovo rinvio per trovare una sintesi, poi un rinvio perché c’erano le elezioni europee. Arrivata la convocazione del 17 giugno, è stata fatta slittare a oggi. Nel frattempo è stato fatto planare sul Senato un provvedimento, il decreto Nordio, che non si occupa minimamente del problema del sovraffollamento. » .
La maggioranza alla fine si è compattata e anche Forza Italia, su cui le opposizioni, unite nel sostegno alla proposta di legge, contavano per un sostegno, si è sfilata. Le ragioni le ha spiegate in aula Pietro Pittalis valorizzando il recente decreto Nordio e la volontà del Governo di affrontare in maniera strutturale l’emergenza.
Proteste alla Camera dopo il rinvio del disegno di legge Giachetti ( Iv) sulla liberazione anticipata