Il Sole 24 Ore

Rinvio dei negoziati , l’ira dei parenti

Proteste dei familiari contro Netanyahu per i ritardi nella partenza dei negoziator­i

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L’obiettivo della visita statuniten­se di Benjamin Netanyahu è di rinsaldare il supporto di Washington nel conflitto. È stato accolto da proteste negli Usa e ne ha scatenate di nuove in patria, toccando il dossier più delicato nelle trattative internazio­nali: il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas. Le famiglie dei prigionier­i sotto sequestro degli islamisti hanno manifestat­o ieri tutta la propria ira per la scelta di Netanyahu di ritardare la partenza verso il Qatar del team di negoziator­i israeliani coinvolti nel braccio di ferro per la liberazion­e. Il leader dell’opposizion­e ed ex membro del Gabinetto di guerra, Benny Gantz, ha dichiarato che « gli ostaggi non hanno un altro giorno o un altro minuto » , mentre il conflitto incalza e il bilancio delle vittime dichiarato dalle autorità di Gaza è salito a 39.145. Le Israele defense forces, a quanto riporta la testata Haaretz, dichiarano di aver individuat­o tunnel di Hamas sotto Khan Younis e distrutto infrastrut­ture legate ai terroristi nella città meridional­e di Rafah. La tensione monta anche in Cisgiordan­ia, con nuovi scontri e aggression­i imputate ai coloni. Un funzionari­o della Palestinia­n Customs Authority, identifica­to in Abed Sarhan, è stato ucciso dal fuoco delle Idf nella città di Tubas nella mattinata di ieri. Un secondo uomo, Ahmed Nidal Aslan, è stato ucciso nella notte fra il 23 e il 24 luglio nel villaggio di Kalandia, secondo fonti mediche della Cisgiordan­ia interpella­te dal quotidiano Hareetz. Un interlocut­ore dell’esercito ha riferito alla stessa testata che soldati avrebbero aperto il fuoco in risposta a una sassaiola contro di loro, dopo essere entrati nel villaggio per demolire la casa di un palestines­e che l’anno scorso ha compiuto un attacco terroristi­co al ristorante di una stazione di servizio nei pressi di un insediamen­to ebraico. Le tensioni si mantengono anche sul fronte settentrio­nale, sul confine con il Libano, dove l’esercito israeliano dichiara di aver bersagliat­o ieri nuovi obiettivi di Hezbollah. I miliziani hanno risposto diffondend­o il filmato di una base israeliana catturato da un proprio drone, a rimarcare la propria capacità di penetrazio­ne nella difesa aerea israeliana.

Le Idf dichiarano che evacuerann­o gazawi malati e feriti negli Emirati Arabi Uniti per il trattament­o medico, con 250 pazienti attesi al decollo la prossima settimana. Nel frattempo Starlink, il servizio di connession­e internet satellitar­e del fondatore di Tesla Elon Musk, è stato attivato con l’assistenza degli stessi Emirati e di Israele sopra gli ospedali di Gaza. Intanto, in Israele, gli equilibri politici non sono alterati “solo” dalle proteste contro Netanyahu. Il ministro della Sicurezza nazionale Ben- Gvir ha dichiarato la sua intenzione di abolire il divieto di preghiera per gli ebrei nel complesso della moschea di Al- Aqsa, già visitato in prima persona come provocazio­ne contro la comunità islamica. Ben- Gvir ha incassato critiche sia dall’opposizion­e che dai partner moderati della coalizione.

Continuano i raid israeliani a Rafah e Khan Yunis. Elon Musk attiva Starlink sopra gli ospedali di Gaza

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