Il Gas naturale liquido al centro della transizione per la nautica
Impatto ambientale
Il gas naturale liquido resta al centro del percorso di transizione dell’intero settore navale. Per questo la priorità è accelerare sulle infrastrutture di distribuzione e rifornimento e contribuire così a ridurre l’impatto ambientale del comparto, a cominciare dalle navi per il trasporto di merci e persone. « Vedo l’Ngl non come una tecnologia di transizione ma come il cuore della transizione sostenibile nella nautica - spiega Elio Ruggeri presidente di Assocostieri e Executive director LNG del Gruppo Snam - con il vantaggio di avere una infrastruttura logistica a scala per la distribuzione, riconvertibile in futuro su combustibili bio o sintetici » . In campo, ricorda Ruggeri, ci sono progetti per 300 milioni che da subito potrebbe essere messi a disposizione sostenendo la diffusione dell’Ngl. In prospettiva però, ci sono non solo le nuove molecole per sostituire quelle fossili ma anche una grande « attenzione ai sistemi per la cattura della CO2 a bordo, « che possono rappresentare la soluzione su cui spingere per accelerare la decarbonizzazione e sviluppare una nuova filiera tecnologica » spiega Ruggeri.
Sul settore pesa l’obbligo di ridurre a zero le emissioni al 2050, meno 70% al 2040. A descrivere la marcia a tappe forzate di Fincantieri sul fronte della transizione green è Massimo Debenedetti ad di Cetena: « Nel 2035 Fincantieri progetterà la prima nave da crociera a zero emissioni, grazie alla combinazione di motori alimentati da combustibili green e fuel cell, l’anno prossimo consegneremo una nave ad altissima efficienza che abbatte del 55% le emissioni » . Sullo sfondo però resta un quadro assai complesso: « Per la prima volta nella storia chi costruisce le navi e chi le acquista non sa nel ciclo vita di una nave, che dura dai 20 ai 40 anni, quale vettore energetico dovrà utilizzare » chiosa Debenedetti.
Il GNL è classificato un carburante alternativo, un ponte verso il futuro, ricorda Silvia Migliorini, direttrice Federchimica- Assogasliquidi, « ma è importante insistere anche sullo sviluppo del bio GNL e delle infrastrutture collegate, per essere pronti a usare una crescente quantità di carburante rinnovabile » .
Tra le opzioni in campo nella fase di transizione ci sono le tecnologie Dual Fuel dei motori navali a Ngl oppure l’opzione metanolo, senza dimenticare la strada, quasi obbligata, del refitting. « Gli ordinativi di navi Dual Fuel stanno già oggi superando quelli di modelli tradizionali – spiega Beniamino Maltese, presidente Genova Trasporti Marittimi –, in prospettiva la flotta esistente non potrà essere rottamata e il refitting a metanolo comincia ad essere una opzione » . Servono sinergie tra le imprese per portare avanti la decarbonizzazione e la creazione di “Blue corridor”, aggiunge Maltese, « nel Mediterraneo Ovest, tra Genova, Napoli, Marsiglia e Barcellona, può rappresentare una opzione strategica » . Il settore della nautica, che pesa sul Pil più o meno come automotive e export alimentare, stenta ancora ad attivare una leva finanziaria adeguata. « Ai porti italiani - spiega Roberta Marracino di Accenture - è andata una quota del 2% degli investimenti pubblici, serve recuperare uno svantaggio competitivo » . A fare da driver per l’attrazione di investimenti, aggiunge, « potrà essere il comparto dell’underwater, che vale 400 miliardi e che ha un moltiplicatore alto. La nautica ha molte affinità con il settore aereo che però ha almeno 10- 15 anni di vantaggio tecnologico che serve recuperare » conclude.
Sul settore pesa l’obbligo di ridurre a zero le emissioni entro il 2050, meno 70% al 2040