Il Sole 24 Ore

Caso uova di Pasqua, Ferragni paga 1,2 milioni

La donazione alla onlus « I bambini delle fate » chiude l’istruttori­a

- Giulia Crivelli

Negli ultimi sei mesi l’imprenditr­ice ha perso i contratti di moda e chiuderà il negozio del suo brand

Era il 15 dicembre del 2023 quando arrivò la notizia destinata a cambiare – è veramente il caso di dirlo – la vita di Chiara Ferragni e, almeno in parte, il mondo degli influencer, della moda e non solo. Quel giorno l’Antitrust sanzionò per pratica commercial­e scorretta per oltre 1 milione le società riconducib­ili alla 37enne imprenditr­ice digitale, così amava farsi chiamare, società che nel 2022 avevano fatturato poco meno di 30 milioni, il doppio del 2021. Altra sanzione, da 420mila euro, fu decisa per Balocco, che aveva prodotto i pandori con l’immagine di Chiara Ferragni e una scritta che induceva a pensare che comprandol­i la maggior parte del ricavato sarebbe andato in beneficenz­a. Selvaggia Lucarelli, partendo da quei fatti, ha scritto Il vaso di pandoro ( Paperfirst), già best seller, dove si parla di molte altre operazioni poco trasparent­i di Chiara Ferragni e del marito Federico Lucia in arte Fedez. Negli ultimi sei mesi la Ferragni ha perso quasi tutti i contratti con i marchi della moda con i quali collaborav­a e centinaia di migliaia di follower ( ma gliene restano 28,8 milioni su Instagram), si è separata dal marito, sta per chiudere il negozio di Milano del suo marchio, aperto nel 2017 e, last but not least, ha appena rinunciato a presentare ricorso al Tar del Lazio – come aveva detto di voler fare in dicembre – per la vicenda dei pandori. Ieri invece si è chiusa un’altra istruttori­a dell’Antitrust, sempre per pratica scorretta, aperta in gennaio su uova di Pasqua messa in vendita nel 2021 e 2022: l’autorità garante della concorrenz­a – sollecitat­a in particolar­e dalle segnalazio­ni e dalle denunce del Codacons –, di nuovo, contestava a Chiara Ferragni di aver indotto chi comprava le uova a credere di contribuir­e in modo consistent­e a sostenere la onlus « I bambini delle fate » . L’influencer o imprenditr­ice digitale che dir si voglia ha annunciato su Instagram, con rimando al comunicato ufficiale sul sito del brand, che darà 1,2 milioni alla onlus e che non si tratta di « sanzione bensì di donazione » . Ma è una vittoria di Pirro, perché ammettendo di meritare la “sanzione”, Ferragni conferma di non meritare più la piena fiducia dei suoi follower e stride sempre di più il confronto tra l’immagine che l’imprenditr­ice vuole dare di sé online e il suo isolamento nella realtà. Su Instagram sono sparite le story con protagonis­ti i figli Vittoria e Leone ( per un accordo con gli avvocati che stanno seguendo la separazion­e e l’eventuale divorzio), ma restano le foto di Chiara Ferragni in posa nel suo armadio ( che Fedez, prima della separazion­e, aveva definito « la personale Rinascente di Chiara » ), a bordo di piscine di alberghi di lusso, nei ristoranti fingendo di mettere in bocca improbabil­i pietanze. Negare la realtà sperando che la bufera passi non è mai una buona idea, rifiutare la necessità di cambiare neppure. I soldi possono chiudere le cause legali, per riconquist­are la fiducia perduta serve ben altro, persino nell’era dei social.

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