Schlein: l’alternativa va fatta « per » , non « contro » L’apertura a Renzi
« Il tempo dei veti è finito, le elezioni lo hanno dimostrato. Il metodo non è quello di partire da formule politiciste. Non si tratta di erigere insieme un muro ideologico contro la destra, o come in Francia di una convergenza dettata dalla contingenza e circoscritta al secondo turno. Il lavoro di tessitura dell’alternativa va fatto sui “per” molto prima che sui “contro”. Sui temi possiamo unire le forze e trovare ampie convergenza con le altre forze di opposizione » . Confortata dal successo del Pd alle ultime europee ( più del 24%) e ai ballottaggi nelle città - e ora anche dalla vittoria del Labour in Gran Bretagna e dalla prospettiva di un nuovo Fronte popolare che domenica in Francia potrebbe fermare l’onda lepenista - la segretaria del Pd Elly Schlein riunisce la direzione del partito per fare il punto politico. Ma la strategia è già tracciata in mattinata, in una foto storica che la ritrae con tutti i firmatari del quesito per l’abrogazione del Ddl Calderoli sull’Autonomia depositato in Cassazione: c’è il leader della Cgil Maurizio Landini, ci sono i leader del M5s e di Avs Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, c’è il segretario di Più Europa Riccardo Magi. E, soprattutto, c’è l’ex ministra Maria Elena Boschi come “inviata” di Matteo Renzi. Segno che il canale di comunicazione tra Schlein e il suo ( un tempo?) odiato predecessore si è riaperto: il Pd ha bisogno anche di una gamba di centro per costruire una credibile alternativa di governo. « Renzi è un politico, ha capito, mentre Calenda ancora no » , ha confidato la segretaria dem ad Augusto Minzolini sul Tempo. A stretto giro la risposta del leader di Azione: « Cara Elly, non è un problema di essere o non essere politici ma di cosa serve o non serve al Paese. E un’accozzaglia populista e largamente filoputiniana con una spruzzata di centrino opportunista: non serve a nulla. Buona strada » .