Arena di Verona, bilancio record nel 2023 E il Festival del 2024 è in ulteriore crescita
Lo scorso 8 giugno, con la « Turandot » di Giacomo Puccini, l’Arena di Verona, ha registrato il suo incasso più alto di sempre, imbattuto dal 2006, sfondando il milione e raggiungendo quota 1 milione e 22mila euro. Un ottimo segno per la stagione inaugurata la sera prima, il 7 giugno, ospitando l’evento speciale organizzato dal ministero per i Beni culturali – alla presenza anche del Capo dello Stato Sergio Mattarella e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni – per celebrare l’inserimento della lirica italiana all’interno del Patrimonio immateriale dell’Unesco.
Record su record, la stagione attuale potrebbe superare anche i risultati raggiunti lo scorso anno, con oltre 33 milioni di euro di incassi. « A pari data, quest’anno le vendite della biglietteria sono già superiori di 2 milioni rispetto al 2023 e il trend di crescita è costante – spiega la sovrintendente della Fondazione, Cecilia Gasdia –. Siamo molto contenti, perché l’edizione dell’anno scorso era quella del nostro centenario, perciò ci attendevamo un calo quest’anno. Invece, i segnali sono molto positivi e questo è sicuramente il risultato del grande lavoro che facciamo ogni giorno per promuovere l’attività del nostro teatro » .
L’impatto sul territorio
Un’attività che porta ricchezza, culturale e materiale, a tutto il territorio, come conferma una ricerca realizzata dall’Osservatorio del turismo regionale federato, in collaborazione con Destination Verona & Garda Foundation, presentata lo scorso aprile, in cui l’Arena viene indicata come uno dei luoghi più visitati dai turisti nel Veronese. Non solo: l’impatto sull’economia territoriale è stato stimato in circa 450 milioni di euro l’anno. Inoltre, « a fronte di circa 13 milioni di euro di finanziamenti statali che entrano nel nostro bilancio annuale, noi ne restituiamo allo Stato circa 85 » , dice Gasdia con l’orgoglio di chi, in questi anni, ha lavorato per rendere il modello economico della Fondazione lirica veronese sempre più allineato con la sua natura di ente privato, consentendo così al teatro di aumentare progressivamente i ricavi da biglietteria e da partner o sponsor privati, arrivando a un altro record raggiunto lo scorso anno, ovvero i 2,1 milioni di euro raccolti attraverso il progetto « 67 Colonne » , a cui vanno aggiunti altri 2,7 milioni da sponsorizzazioni.
‘ Il valore della produzione ha raggiunto 61,3 milioni di euro, in crescita del 29,4% sul 2022
Bilancio record nel 2023
Il bilancio del 2023, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio di indirizzo, testimonia questo percorso di crescita: il valore della produzione ha raggiunto la cifra di 61,3 milioni di euro, in aumento del 29,4% rispetto al 2022, pari a 14 milioni di euro in più, segnando anche un utile di quasi 1,2 milioni di euro. Un bilancio realizzato per il 70% da risorse proprie, in particolare grazie agli incassi di biglietteria ( superiori del 10% rispetto al budget previsionale), e solo per il 30% da fondi pubblici. Oltre 30 milioni sono frutto delle attività legate al Festival, che lo scorso anno ha registrato oltre 400mila spettatori, per il 57,7% in arrivo dall’estero, in particolare dalla Germania e dall’Austria, anche se sono ben 125 le nazionalità presenti tra il pubblico dell’Arena. La media degli spettatori per serata è stata di oltre 8mila persone ( il 10% in più rispetto al 2022) e il prezzo medio del biglietto di 82,7 euro (+ 7%).
Numeri che il festival di quest’anno deve cercare di replicare o, meglio ancora, superare, nell’auspicio che il buon trend delle prime settimane ( con tutte le repliche di Turandot insold in sold out) si mantenga anche nei prossimi mesi. In tutto, il cartellone prevede 50 serate, fino al 7 settembre, con sei eventi speciali e sei titoli d’opera ( oltre a Turandot, anche il Barbiere di Siviglia, Aida, Tosca, Carmen e la Bohème), ma anche due spettacoli di danza ( Roberto Bolle e Zorba il greco), che lo scorso anno hanno riscosso grande successo.
Il ruolo dei privati
Gasdia insiste molto sul ruolo dei privati nella crescita della Fondazione in questi ultimi anni, in particolare grazie al progetto di fundraising 67 Colonne, avviato nel 2021 e cresciuto negli anni: 1,5 milioni raccolti il primo anno, 1,6 milioni nel 2022, 2 milioni nel 2023 e quest’anno il record di 2,1 milioni. « Nel momento più buio, in piena pandemia, ci siamo presi per mano e abbiamo lavorato insieme per ripartire » , ricorda la sovrintendente. I primi ad aderire al progetto sono stati Gian Luca Rana, ceo di Pastificio Rana, e Sandro Veronesi, fondatore e presidente di Oniverse, assieme alla media partnership del gruppo Editoriale Athesis. Poi sono arrivate tante altre realtà imprenditoriali, ordini professionali e associazioni di categoria, tra cui Confindustria Verona. Si sono inoltre affiancati numerosi sponsor tra cui, proprio quest’anno, Poste Italiane, ManPower, Consorzio di Tutela dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena Dop. « Ora abbiamo la lista di attesa di imprenditori che vogliono darci una mano, perciò stiamo definendo nuovi progetti, perché occorre sempre evolvere e migliorarsi » , aggiunge Gasdia,
‘ L’impatto complessivo sull’economia territoriale è stato stimato in 450 milioni di euro all’anno