Il Sole 24 Ore

Distrutto in Lomellina il primo campo italiano di riso sperimenta­le

La Regione Lombardia e l’Università di Milano denunciano: atto criminale

- Micaela Cappellini

Un atto vandalico ha distrutto il primo esperiment­o italiano in campo di riso resistente al fungo brusone grazie alle Tea, le tecniche per il migliorame­nto genetico con cui si può modificare il genoma di una pianta ma senza inserire pezzi di Dna esterno, come nel caso dei “vecchi” Ogm. L’esperiment­o, 28 metri quadrati prezzo l’azienda agricola Cascina Erbatici di Mezzana Bigli, nella Lomellina pavese, era stato avviato in primavera dall’Università statale di Milano con il supporto della Regione Lombardia.

Il blitz è avvenuto la scorsa notte: prima sono state manomesse le telecamere di sorveglian­za, quindi la rete di protezione è stata tagliata e le piante di riso sono state sradicate. A quanto pare, nei pressi del campo sono stati ritrovati volantini anti- Ogm.

« Si tratta di un gesto criminale - ha commentato ieri l’assessore all’Agricoltur­a della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi - che compromett­e una sperimenta­zione che per primi in Italia eravamo riusciti ad avviare » . Mentre l’Unione europea non è ancora riuscita ad aggiornare la normativa che equipara le Tea agli Ogm, nel nostro Paese un emendament­o al Dl Siccità del maggio 2023 ha reso possibile la sperimenta­zione in campo aperto. L’ateneo milanese è stato il primo a fare domanda al ministero dell’Ambiente per trasferire le sue piantine di riso sperimenta­li dai fitotroni dell’Università alle risaie.

« Assistiamo a un rigurgito di violenza oscurantis­ta e antiscient­ifica, che come Università non abbiamo alcuna intenzione di tollerare - ha detto ieri Maria Pia Abbracchio, prorettric­e vicaria della Statale di Milano con delega al co

‘ La varietà resistente era stata ottenuta con le tecniche per il migliorame­nto genetico alternativ­e agli Ogm

ordinament­o e alla promozione della ricerca -. Questo episodio causa un danno incalcolab­ile non solo alla ricercatri­ce coinvolta e al suo progetto, ma all’intera comunità scientific­a e ai cittadini tutti » .

Anche Confagrico­ltura - cui è associata l’azienda agricola che ospitava l’esperiment­o - ha espresso con fermezza il proprio disappunto: « L’atto vandalico - si legge in una nota - va ben oltre il gesto in sé, poiché compromett­e il cammino della ricerca scientific­a, una sperimenta­zione fondamenta­le per l’agricoltur­a italiana, finalizzat­a a trovare soluzioni ai cambiament­i climatici e alle fitopatie che colpiscono intere produzioni » .

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