Distrutto in Lomellina il primo campo italiano di riso sperimentale
La Regione Lombardia e l’Università di Milano denunciano: atto criminale
Un atto vandalico ha distrutto il primo esperimento italiano in campo di riso resistente al fungo brusone grazie alle Tea, le tecniche per il miglioramento genetico con cui si può modificare il genoma di una pianta ma senza inserire pezzi di Dna esterno, come nel caso dei “vecchi” Ogm. L’esperimento, 28 metri quadrati prezzo l’azienda agricola Cascina Erbatici di Mezzana Bigli, nella Lomellina pavese, era stato avviato in primavera dall’Università statale di Milano con il supporto della Regione Lombardia.
Il blitz è avvenuto la scorsa notte: prima sono state manomesse le telecamere di sorveglianza, quindi la rete di protezione è stata tagliata e le piante di riso sono state sradicate. A quanto pare, nei pressi del campo sono stati ritrovati volantini anti- Ogm.
« Si tratta di un gesto criminale - ha commentato ieri l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Alessandro Beduschi - che compromette una sperimentazione che per primi in Italia eravamo riusciti ad avviare » . Mentre l’Unione europea non è ancora riuscita ad aggiornare la normativa che equipara le Tea agli Ogm, nel nostro Paese un emendamento al Dl Siccità del maggio 2023 ha reso possibile la sperimentazione in campo aperto. L’ateneo milanese è stato il primo a fare domanda al ministero dell’Ambiente per trasferire le sue piantine di riso sperimentali dai fitotroni dell’Università alle risaie.
« Assistiamo a un rigurgito di violenza oscurantista e antiscientifica, che come Università non abbiamo alcuna intenzione di tollerare - ha detto ieri Maria Pia Abbracchio, prorettrice vicaria della Statale di Milano con delega al co
‘ La varietà resistente era stata ottenuta con le tecniche per il miglioramento genetico alternative agli Ogm
ordinamento e alla promozione della ricerca -. Questo episodio causa un danno incalcolabile non solo alla ricercatrice coinvolta e al suo progetto, ma all’intera comunità scientifica e ai cittadini tutti » .
Anche Confagricoltura - cui è associata l’azienda agricola che ospitava l’esperimento - ha espresso con fermezza il proprio disappunto: « L’atto vandalico - si legge in una nota - va ben oltre il gesto in sé, poiché compromette il cammino della ricerca scientifica, una sperimentazione fondamentale per l’agricoltura italiana, finalizzata a trovare soluzioni ai cambiamenti climatici e alle fitopatie che colpiscono intere produzioni » .