La settimana cruciale in Ue per l’autunno italiano
La settimana che si apre darà, in qualche modo, il passo all’autunno. Innanzitutto internamente, perché si saprà l’esito di una serie di ballottaggi nelle città - tra cui Bari e Firenze - e quindi si potrà fare il bilancio di vittorie e sconfitte tra maggioranza e centro- sinistra. Non a caso ieri Meloni ha fatto un appello sui social affinché i cittadini vadano a votare temendo che l’astensione penalizzi la coalizione di Governo. Ma quel round nelle città non assume la stessa rilevanza che invece avrà il rush decisivo a Bruxelles sulla nuova Commissione. Ecco perché a Palazzo Chigi si vive una vigilia importante, in cui non è ammesso fare errori di sopravvalutazione.
Si sa che dal precedente summit europeo la premier è tornata molto risentita per i tentativi di marginalizzazione che hanno messo parecchio in discussione il suo slogan “l’Italia cambia l’Europa”. Ieri è tornato sull’argomento anche il ministro Giorgetti che aveva fatto sapere, durante le riunioni del board del Mes e all’Ecofin, del disappunto italiano per quella “esclusione” dai tavoli che contano. E pure il pressing per la ratifica del Mes è stato definito dal titolare dell’Economia come « sale nelle ferite » , cioè come un voler aggiungere una dose di veleno al piatto già amaro servito alla premier nel vertice Ue. La prossima settimana, però, arriva il secondo tempo e Meloni deve giocare le sue carte sull’appoggio al bis di von der Leyen e sulla scelta delle posizioni apicali. Sembra che a Palazzo Chigi salgano le quotazioni di un nome più politico ( e meno tecnico) da proporre per la futura Commissione Ue viste le tappe cruciali del Pnrr e dei conti pubblici. E il più pronunciato è quello del ministro Fitto. E restano sullo sfondo figure come Letta o Draghi che però creerebbero problemi di non poco conto per Meloni che in Europa vuole avere tutta la scena. In questo senso, anche la scena della destra Ue è mossa e non è chiaro quale rilevanza avrà la premier. E infatti Orban sarà a Roma lunedì mentre si aspetta l’esito delle elezioni in Francia che daranno o no a Marine Le Pen la corona di leader di riferimento del sovranismo.
Si aspetta, quindi, mercoledì quando Meloni parlerà alle Camere del prossimo Consiglio Ue ( 27 e 28) dove sfiderà gli altri leader in una partita cruciale per il suo standing politico e per la legge di bilancio d’autunno. Come ha fatto sapere ieri Giorgetti « al Mef abbiamo fatto le simulazioni: quella bella, quella brutta, quella media, la speranza è stare tra le media e la bella » . L’unica certezza è che il Governo vuole garantire il taglio del cuneo, il resto è un foglio bianco.