Il Sole 24 Ore

Nelle campagne italiane 230mila lavoratori sfruttati

Circa 55mila sono donne e il 30% non sono migranti extra- comunitari ma cittadini italiani o della Ue. La paga media è 20 euro al giorno e si può arrivare a lavorare fino a 14 ore

- Micaela Cappellini

La morte di Satnam Singh, il giovane bracciante indiano della provincia di Latina, è una storia che tocca da vicino 230mila lavoratori nelle campagne italiane. Tante sono infatti le persone sfruttate oggi nel nostro Paese, senza contratto e senza diritti: di queste, 55mila sono donne e il 30% non sono migranti extra- comunitari, ma cittadini italiani o della Ue. La fotografia arriva dall’Osservator­io Placido Rizzotto della Flai- Cgil, che da anni monitora il caporalato e le agromafie nel nostro Paese. Ma i dati coincidono con quelli dell’Istat, e dimostrano che ancora oggi più di un bracciante su quattro in Italia lavora in nero. La paga? « In media, 20 euro al giorno per una giornata di lavoro che va dalle 10 alle 14 ore - racconta Jean- René Bilongo, presidente dell’osservator­io - ma c’è anche chi di euro ne prende solo 10 oppure nemmeno uno, ma acqua e un panino e basta. Le donne poi vengono pagate il 20- 30% in meno degli uomini » . Quanto valga, l’economia nera dello sfruttamen­to, è difficile dirlo: « Anni fa avevamo tentato un calcolo - dice Bilongo - ma non eravamo arrivati a niente. Quello che possiamo calcolare è l’evasione contributi­va nel settore agricoltur­a, che dovrebbe essere compresa tra i 700 e 900 milioni di euro. In questa stima però non rientrano tutti gli anelli della filiera agroalimen­tare ma solo il primo, per questo sembra così bassa » . L’Agro pontino e la provincia di Latina sono tra le aree dove lo sfruttamen­to dei braccianti è più radicato. Ma non sono le uniche, come dimostrano anche i sette arresti di ieri fra le province di Caserta e Napoli per intermedia­zione illecita di lavoratori extracomun­itari pagati 2 euro all’ora. La geografia del caporalato copre tutta l’Italia: dalla Capitanata foggiana alle campagne piemontesi di Saluzzo, dal Ragusano al Metapontin­o, dal Fucino abruzzese al Veneto. Delle 405 aree di caporalato diffuso censite dall’Osservator­io Placido Rizzotto, più della metà sono al Nord. La morte di Satnam Singh ha smosso le coscienze. I sindacati di settore - Flai, Fai e Uila - hanno chiesto con urgenza la convocazio­ne di un tavolo e i ministri dell’Agricoltur­a, Francesco Lollobrigi­da, e del Lavoro, Marina Calderone, lo hanno subito concesso per questa mattina. « Chiediamo di intervenir­e sul meccanismo del Decreto flussi - spiega il segretario della Flai- Cgil, Giovanni Mininni, la cui sigla ha anche indetto lo sciopero del settore agricolo per domani a Latina - oggi solo il 20% di chi viene chiamato in Italia vede trasformar­e il proprio contratto a tempo determinat­o, tutti gli altri finiscono per rimanere nelle maglie del sommerso » . I sindacati chiedono anche che vengano spesi i 200 milioni di euro del Pnrr per il superament­o dei ghetti, dato che alcuni comuni hanno già detto di non volere questi fondi.

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