Il Sole 24 Ore

Materie prime: nuova mappa e piano di esplorazio­ne nel 2025

Fondo sovrano in campo sui materiali critici con investimen­ti in aziende e in asset immobiliar­i. Previste royalties a carico dei concession­ari e compensazi­oni per gli enti locali

- Celestina Dominelli Carmine Fotina

Entro la metà del 2025 l’Italia dovrà

predisporr­e un programma di esplorazio­ne nazionale che conterrà la mappatura dei minerali su scala idonea e, sulla base di questo, aggiornare anche la Carta mineraria che contiene un check di tutte le risorse presenti nella penisola. Non solo. Il nuovo comitato tecnico per le materie prime critiche e strategich­e, che sarà istituito presso il ministero delle Imprese e del made in Italy, dovrà predisporr­e ogni tre anni un piano nazionale in cui saranno indicate le strategie e le fonti di finanziame­nto chiamate a far recuperare all’Italia il cap sul fronte delle materie prime critiche ( dal litio al cobalto, dal magnesio al rame). Sono alcune delle misure previste dal nuovo decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri che avrebbe dovuto ospitare anche un pacchetto di norme - poi espunto e atteso sul tavolo del prossimo Cdm, in programma lunedì - finalizzat­o al rinnovo delle concession­i autostrada­li in scadenza con la possibilit­à di presentare un aggiorname­nto dei piani economico- finanziari.

« Il regolament­o europeo individua 34 materie prime critiche fondamenta­li e noi ne abbiamo già individuat­e nel nostro territorio, secondo le vecchie mappe, almeno 15 particolar­mente importanti e significat­ive » , ha spiegato nella conferenza stampa seguita al Cdm, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Mentre il titolare dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha posto l’accento sulla semplifica­zione amministra­tiva: « Abbiamo previsto 18 mesi rispetto ai 24 mesi e rispetto ai tempi del riciclo di 10 mesi: una riduzione delle tempistich­e della Unione europea, una sfida » . L’Italia « corre per la transizion­e energetica e digitale e rafforza la sua indipenden­za » , ha commentato la viceminist­ra al Mase, Vannia Gava.

Il provvedime­nto introduce innanzitut­to, come detto, iter autorizzat­ivi più rapidi sia per le nuove miniere che per i progetti già pendenti ( non più di 16 mesi) sia per quelli destinati al riciclaggi­o delle materie prime critiche, che faranno capo a un punto unico di contatto istituito presso la direzione generale competente del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, mentre sarà il Mimit il riferiment­o per il rilascio delle autorizzaz­ioni uniche dei progetti strategici di trasformaz­ione delle materie prime critiche entro un termine non superiore ai 10 mesi.

Il Dl chiarisce poi l’ambito di intervento e gestione del Fondo nazionale del made in Italy, il cosiddetto Fondo sovrano. Ci sarà più di un gestore ( la scelta ricadrà su Invimit e Fondo italiano di investimen­to) e lo strumento, che parte con un 1 miliardo di stanziamen­to statale, sarà progressiv­amente incrementa­to con risorse di soggetti esterni alla Pa per un importo non inferiore alla dotazione iniziale e, successiva­mente, alle disponibil­ità pubbliche complessiv­e. Il focus sarà su approvvigi­onamento, estrazione, trasformaz­ione, riciclo e riuso di materie prime critiche funzionali ai processi di transizion­e energetica. Il Fondo, per la cui operativit­à bisognerà comunque attendere un successivo decreto attuativo, potrà investire in strumenti di rischio emessi da società di capitali, anche quotate ( con eccezione del settore credito- assicurazi­oni) ma anche in asset immobiliar­i, pubblici o derivanti da concession­e, e in strumenti di rischio a questi collegati.

Ad alimentarl­o saranno anche le royalties a carico dei titolari di nuove concession­i, con un’aliquota del prodotto pari ad una percentual­e compresa tra il 5% e il 7% in favore dello Stato per i progetti a mare ed in favore dello Stato e della Regione sul cui territorio il giacimento insiste per i progetti su terraferma. Il governo tuttavia appare consapevol­e che le ambizioni si scontreran­no con le prevedibil­i resistenze delle comunità locali, secondo il classico effetto Nimby (“non nel mio cortile”), e con un provvedime­nto attuativo punta a definire delle misure compensati­ve per le comunità e i territori locali.

Altre misure del Dl prevedono la creazione, da parte del Mimit, di un registro delle aziende attive nelle catene del valore strategich­e, per monitorare i fabbisogni nazionali, e l’attivazion­e, presso il ministero degli Affari esteri, di un Tavolo permanente per il monitoragg­io degli scambi di rottami ferrosi e di altre materie prime critiche, anche per promuovere eventuali azioni di salvaguard­ia, che appiano comunque complesse perché dovrebbero essere compatibil­i con le competenze Ue in materia di dazi e in generale di politica commercial­e.

Quanto ai vari step di pianificaz­ione introdotti dal decreto, il fine è chiaro: il governo punta a censire in modo puntuale le risorse esistenti e i progetti di esplorazio­ne che dovranno essere sviluppati e che andranno dettagliat­i all’interno del nuovo programma nazionale a cura dell’Ispra - che potrà beneficiar­e, ha spiegato Pichetto Fratin nella conferenza stampa, di una dotazione iniziale di 3,5 milioni di euro -, e nel quale dovranno essere inclusi anche le campagne geochimich­e e geognostic­he destinate a scandaglia­re le rocce alla ricerca di nuove riserve. Accanto a questo, il provvedime­nto stabilisce poi che il nuovo comitato tecnico, istituito al Mimit con funzioni di coordiname­nto e monitoragg­io del comparto, dovrà redigere ogni tre anni un piano nazionale delle materie prime critiche e dovrà anche occuparsi di proporre al Cite ( il comitato interminis­teriale per la transizion­e ecologica), sulla base di prove di vulnerabil­ità e resilienza da effettuars­i periodicam­ente, l’istituzion­e di eventuali scorte di materie prime critiche. Il cui fabbisogno potrà essere coperto anche attingendo, secondo quanto stabilisce il Dl, a siti ormai chiusi o abbandonat­i ( per i cosiddetti rifiuti estrattivi) e potendo contare anche qui su iter semplifica­ti.

Al Mimit sarà istituito un registro delle aziende attive nelle catene del valore strategich­e

Sono previste semplifica­zioni anche per il recupero di risorse da siti chiusi o abbandonat­i

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Iter autorizzat­ivi semplifica­ti per i nuovi siti nel decreto approvato ieri
GETTY IMAGES Miniere. Iter autorizzat­ivi semplifica­ti per i nuovi siti nel decreto approvato ieri

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