« Servono strategie di lungo termine su norme e welfare »
« Promuovere un ascolto attivo delle proprie risorse, l’empatia come competenza professionale Hr e un processo generale di umanizzazione nei confronti di tutte le persone che lavorano nelle organizzazioni e, in particolare, di quelle il cui stato di benessere è in una situazione di fragilità con l’obiettivo di trovare non solo delle soluzioni nell’immediato ma di costruire delle strategie a lungo termine che possano apportare dei benefici concreti alle persone » . Matilde Marandola, presidente nazionale Aidp - Associazione Italiana per la Direzione del Personale- identifica in questi strumenti la strada che le aziende hanno per fronteggiare quelle che l’ultimo rapporto globale di Mercer Marsh Benefits, People Risk 2024, segnala come le fragilità più impattanti sui lavoratori italiani.
In linea con questo elemento sempre di più emerge il bisogno di strategie di welfare adeguate a soddisfare i bisogni legati al benessere e alla salute, anche come reazione alla mancanza di servizi pubblici adeguati, è questo il futuro del welfare aziendale?
Come sempre il punto essenziale per il successo di una strategia è lo studio di tutti gli elementi che la influenzano ed è ancora l’ascolto delle reali esigenze e la personalizzazione del welfare ciò che, a mio avviso, conta davvero. Fortunatamente la tecnologia e la continua produzione di servizi personalizzati, anche attraverso piattaforme o app oltre che alla possibilità di prevenzione e assistenza sanitaria, rappresentano degli strumenti importanti in tal senso.
Gli interventi fiscali finora messi in atto sono sufficienti?
Nel contesto italiano, negli ultimi anni, la riduzione del cuneo fiscale e le misure in materia di welfare sono stati dei temi molto discussi nell’ambito del mondo del lavoro. Il primo come leva strategica per aumentare il potere di acquisto delle persone ma, al contempo, anche per diminuire le spese del costo del lavoro a carico delle organizzazioni mentre, per quanto riguarda il welfare, il Governo italiano ha attuato misure concrete attraverso agevolazioni fiscali per le imprese che attivano programmi di welfare. Come ad esempio la detassazione fino a certi limiti per i benefit offerti ai dipendenti, rendendo queste iniziative ancora più vantaggiose sia per le imprese che per i lavoratori.
Come coinvolgere anche le aziende più piccole?
In generale, sui temi della people strategy le aziende sia piccole che medie hanno bisogno di crescere tranne, ovviamente, le aziende già virtuose che sono numerose. A volte, nelle aziende non esiste la figura dell’Hr director o Hr manager ma questo può essere risolto mediante la presenza di figure fractional. Lo dico per esperienza personale ricoprendo il ruolo di People Director Fractional di Sms Engineering e penso che questa possa essere una buona soluzione che non grava sui costi fissi aziendali. Un’altra grande possibilità è la formazione che incide sulla cultura per la prevenzione di rischi e aiuta nello sviluppo delle persone. L’accrescimento di competenze relative al welfare, può sicuramente far aumentare lo “stare bene” degli individui all’interno delle organizzazioni sia piccole che medie.
Per quanto riguarda specificatamente il contesto italiano tra le criticità più sentite l’instabilità del contesto normativo e la difficoltà di reclutare talenti, quali strategie?
Le organizzazioni di lavoro hanno bisogno di una semplificazione normativa e di stabilità. I piani strategici di breve, medio ma soprattutto lungo periodo possono essere realizzati in modo efficace solo con una visione che si concretizzi in norme chiare, sintetiche, stabili ed elaborate insieme a chi opera, quotidianamente, su questi temi. Aidp ha costituito un advisory board di direttori Hr di grandi aziende. Un primissimo piccolo gruppo di rappresentanza che ha incontrato la presidenza della XI Commissione Lavoro pubblico e privato della Camera per stabilire sinergie utili.