Immobili pubblici, Albano: « Asset da valorizzare per 60 miliardi di euro »
La sottosegretaria: complessi inutilizzati da riconvertire in social e student housing
« C’è un patrimonio di immobili pubblici che è inutilizzato del valore di 60 miliardi, che è sotto esame per essere vagliato e capire quali potranno essere le destinazioni e le declinazioni di questo patrimonio » . Così la sottosegretaria all’Economia con delega alla valorizzazione del patrimonio pubblico, Lucia Albano, intervenendo alla presentazione del Libro bianco di Remind, ieri alla Camera.
La quota di immobili che potrebbero essere rimessi in gioco è solo una parte di un più ampio perimetro di beni pubblici che Albano ha quantificato in 300 miliardi di euro ma che sono però in larga parte indisponibili per una valorizzazione. Le ipotesi di riutilizzo di questi asset, ha spiegato la sottosegretaria all’Economia, avviene all’interno della cabina di regia incardinata al Mef appositamente dedicata alla valorizzazione del patrimonio pubblico. Si tratta della struttura prevista dal Dl 75/ 2023 composta da rappresentanti di vari ministeri, oltre a Regioni, Comuni, Demanio, Invimit, Cdp e l’Agenzia per i beni confiscati alla mafia.
« Finora – ha detto Albano – abbiamo messo risorse pubbliche nel patrimonio privato; dobbiamo ora convogliare risorse private, e pubbliche, nel patrimonio pubblico, attraverso il partenariato pubblicoprivato » . L’esito di questi investimenti, ha aggiunto la sottosegretaria all’Economia, deve avere come priorità la produzione di residenze per il « social housing, il senior housing, e lo student housing per realizzare un nuovo modo di abitare italiano che possa essere un modello anche per gli altri Paesi » . Circa il patrimonio sul quale si stanno facendo valutazioni, Albano ha citato il « patrimonio immobiliare delle società partecipate ( non incluse però nel perimetro dei 60 miliardi, ndr): su questo abbiamo la possibilità di allargare molto l’orizzonte degli immobili pubblici » . « Ci sono immobili costruiti per dare alloggio a dipendenti di grosse società pubbliche e che ora sono completamente inutilizzate – ha riferito – e ci sono scuole, ospedali e strutture immobiliari molto estese che potrebbero essere rese utilizzabili e valorizzate » .
L’intervento sul patrimonio immobiliare pubblico è solo un “pezzo” di un più ampio disegno di adattamento della società italiana alle nuove esigenze per affrontare la « incerta congiuntura internazionale » , come la definisce Remind, che propone di investire risorse culturali ed economiche lungo quattro direttrici: innovazione, investimenti, sostenibilità e sicurezza. La proposta del think tank guidato da Paolo Crisafi è stata formalizzata appunto nel “libro bianco per un Piano nazionale sicurezza, sostenibilità, innovazione e investimenti” ( Pnssii). Il documento è frutto di un anno di confronto e collaborazioni a 360 gradi con il mondo istituzionale, politico ed economico a vari li
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Presentato il Libro bianco di Remind Crisafi: quattro linee guida per la resilienza dell’Italia
velli con contributi arrivati anche dalla presidente del Consiglio e dal Pontefice. L’ambizione è quella di « contribuire a fornire strumenti per affrontare questioni che gremiscono il dibattito pubblico e di cui le Istituzioni si stanno facendo carico » , come ha spiegato Crisafi. « Fenomeni come la guerra, il terrorismo o il cambiamento climatico – sostiene Crisafi – richiedono un approccio integrato e multifattoriale che non si limiti solo a fornire risposte quando necessario, ma che includa dentro di sé la costruzione di ecosistemi resilienti e la progettazione di piani di prevenzione capaci di attutire quanto più possibile eventuali impatti negativi sulla vita di tutti noi » . Una volta chiuso il libro con le varie proposte, il lavoro proseguirà nell’approfondimento tecnico per i singoli “tavoli” e « dovrebbe avere uno sbocco di tipo normativo » , come ha auspicato il vicepresidente della Camera Giorgio Mulé. « Se si mettesse in pratica solo il 5% di quello che c’è dentro questo libro bianco - ha stimato Mulé - avremo un crescita del Pil di almeno due punti percentuali » .