Da 15mila € scatta l'obbligo dell' « adeguata verifica »
Il liquidatore di una società a responsabilità limitata ha raggiunto un accordo con la banca per il saldo e lo stralcio del debito. La banca chiede la sottoscrizione del questionario di adeguata verifica, che il liquidatore rifiuta di sottoscrivere poiché si tratta di un importo di 15mila euro.
La richiesta della banca è corretta? Quando scatta l'obbligo di sottoscrizione del questionario?
La compilazione e l'aggiornamento del questionario di conoscenza della clientela, di cui al Dlgs 231/ 2007 e successive modifiche, sono necessari per assolvere agli obblighi in materia di prevenzione del riciclaggio e del finanziamento al terrorismo. Infatti, per evitare tali fenomeni malavitosi, le Amld ( Anti money laundry directives), ossia le direttive europee antiriciclaggio, hanno introdotto l'obbligo per gli istituti bancari di sottoporre ai clienti il cosiddetto questionario Kyc ( Know your customer), in Italia conosciuto come il "questionario di adeguata verifica del cliente".
L'obbligo di adeguata verifica sorge non solo quando si sospetta un caso di riciclaggio e finanziamento al terrorismo o si hanno dubbi sull'identità del cliente, ma anche quando si instaura un rapporto continuativo e nel caso in cui venga eseguita un'operazione occasionale disposta dal cliente che comporta la trasmissione o la movimentazione di mezzi di pagamento di importo pari o superiore a 15mila euro. Nel caso prospettato, quindi, considerato che la prestazione occasionale ha per oggetto la somma di 15mila euro, giustamente la banca chiede la sottoscrizione di tale modulo, proprio perché la norma e le disposizioni della Banca d'Italia in materia di adeguata verifica della clientela si riferiscono anche a operazioni di importo pari a 15mila euro.