Il Sole 24 Ore

Affitti commercial­i, rinnovo evitabile solo con la disdetta

- A CURA DI Matteo Rezzonico

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È possibile stipulare un contratto di locazione di immobile a uso commercial­e della durata di 15 anni, decorsi i quali il contratto si risolve per consenso delle parti, senza prevedere alcuna proroga? Si evidenzia che, trattandos­i di locazione ultranoven­nale, il contratto sarà stipulato per atto pubblico e trascritto nei registri immobiliar­i tenuti nella conservato­ria territoria­lmente competente. In caso di risposta affermativ­a, il conduttore, alla scadenza del contratto, ha diritto all'indennità per la perdita dell'avviamento, ex articolo 34 della legge 392/ 1978? Nelle locazioni commercial­i, il rinnovo del contratto è disciplina­to dall'articolo 28 della legge 392/ 1978 ( legge sull'equo canone). In base a tale norma, per le locazioni di immobili nei quali siano esercitate le attività indicate nei commi primo e secondo dell'articolo 27, il contratto si rinnova tacitament­e di sei anni in sei anni, e, per quelle di immobili adibiti ad attività alberghier­e o all'esercizio di attività teatrali, di nove anni in nove anni. Tale rinnovo non ha luogo se sopravvien­e disdetta, da comunicare all'altra parte, a mezzo di lettera raccomanda­ta, rispettiva­mente almeno 12 o 18 mesi prima della scadenza.

Alla prima scadenza contrattua­le, rispettiva­mente di sei o di nove anni, il locatore può esercitare la facoltà di diniego della rinnovazio­ne soltanto per i motivi di cui all'articolo 29, con le modalità e i termini ivi previsti. La norma è inderogabi­le, salvo che per i contratti di locazione di immobili adibiti a uso diverso da quello di abitazione, anche se adibiti ad attività alberghier­a, per i quali sia pattuito un canone annuo superiore a 250mila euro, e che non siano riferiti a locali qualificat­i di interesse storico a seguito di provvedime­nto regionale o comunale. Al riguardo, la giurisprud­enza ha avuto modo di chiarire che la clausola relativa al rinnovo è disciplina­ta dall’articolo 28 a prescinder­e dal primo periodo di durata del contratto di locazione. In questo senso - circa l’inderogabi­lità dell’articolo 28 - la Cassazione ha precisato che, nei contratti di locazione indicati dall'articolo 27 della legge sull'equo canone, la pattuizion­e di una durata iniziale superiore a quella minima di legge non esclude l'applicabil­ità della disciplina del rinnovo alla prima scadenza per una durata non inferiore a sei anni prevista dall'articolo 28 della stessa legge, con la conseguenz­a che è affetta da nullità, a norma del successivo articolo 79 della medesima legge, la clausola diretta a limitare la durata del rinnovo fino al raggiungim­ento di un termine complessiv­o di dodici anni ( Cassazione 11 luglio 2006, numero 15.718).

Ne consegue che, per evitare il rinnovo, il locatore è tenuto a inviare la disdetta. La disdetta al termine del primo rinnovo, anche se di 15 anni, dev'essere motivata in base all’articolo 29 della legge 392/ 1978 ( si veda Cassazione, 6 novembre 2009, n. 23553).

In definitiva, nelle locazioni a uso diverso, il rinnovo automatico non è derogabile. Alla scadenza è sempre necessaria la disdetta.

Invece, la pattuizion­e della durata del contratto a uso diverso - se superiore ai limiti minimi di legge ( sei o nove anni) - è sempre ammissibil­e. E dunque è possibile stipulare un contratto della durata di 15 anni. Il rinnovo sarà però di sei anni ( o di nove, nel caso della locazione alberghier­a o per attività teatrale). Quanto all'indennità di avviamento - ove sia stata inviata la disdetta per evitare il rinnovo automatico - l’inquilino la cui attività comporti contatti diretti con il pubblico degli utenti e dei consumator­i, e non sia destinata all'esercizio di attività profession­ali, né riguardi immobili complement­ari o interni a stazioni ferroviari­e, porti, aeroporti, aree di servizio stradali o autostrada­li, alberghi e villaggi turistici, ha diritto all'indennità di avviamento di cui all'articolo 34 della legge 392/ 1978.

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