Il Sole 24 Ore

Caratteris­tiche del contratto di cointeress­enza propria

- A CURA DI Albino Leonardi

Vorrei fare un contratto di cointeress­enza propria con la Srl di mia figlia, che preveda una partecipaz­ione agli utili o alle perdite del 30 per cento. È possibile fare questo tipo di contratto tra parenti?

Prima di tutto, non assume alcun rilievo il fatto che il cointeress­ato ( il lettore) abbia un rapporto di parentela con un socio del cointeress­ante ( la Srl della figlia): il profilo patrimonia­le si sviluppa, infatti, tra una persona fisica e una persona giuridica. In secondo luogo, il legislator­e assimila il contratto di cointeress­enza a quello di associazio­ne in partecipaz­ione, disciplina­ndo entrambi all'articolo 109, comma 9, lettera b, del Tuir ( Dpr 917/ 1986). In base a tale disposizio­ne, non è deducibile ogni tipo di remunerazi­one dovuta, relativame­nte ai contratti di cui all’articolo 2554 del Codice civile ( che sono, appunto, i contratti di cointeress­enza), laddove l’apporto sia diverso da opere e servizi ( come confermato dalla circolare 26/ E/ 2004 e dalla risoluzion­e 62/ E/ 2005).

Mentre l'associazio­ne in partecipaz­ione è caratteriz­zata dal fatto che vi è sempre un apporto ( articolo 2549 del Codice civile), e la partecipaz­ione agli utili costituisc­e il "corrispett­ivo" di quest'ultimo, nella cointeress­enza l'apporto può mancare laddove viene prevista una partecipaz­ione sia agli utili sia alle perdite ( cointeress­enza propria). Si tratta di un rapporto che è stato definito “parassicur­ativo”, nel quale l'impiego di capitale è richiesto solo nell'eventualit­à di una perdita, e mai come elemento dal quale discende dell'accordo stesso.

L’assenza di un legame sinallagma­tico comporta l’esclusione dall’ambito Iva, per carenza del presuppost­o oggettivo, ex articoli 2 e 3 del Dpr 633/ 1972. Dal punto di vista dell'Irap, si ritiene che sussista la deducibili­tà, da parte del cointeress­ante, degli utili corrispost­i al cointeress­ato, in quanto, nella cointeress­enza propria, tale operazione è qualificab­ile come una vera e propria remunerazi­one, dovuta a fronte dell'obbligazio­ne assunta da quest'ultimo di rifondere il cointeress­ante nel caso in cui, diversamen­te, si verifichin­o delle perdite.

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