Forfait: limite di 30mila euro escluso per i « neopensionati »
Per l'accesso al regime forfettario, la circolare dell’agenzia delle Entrate 10/ E/ 2016, con riferimento al limite di reddito di 30mila euro nell'anno precedente, precisa che tale requisito « non opera se il rapporto di lavoro dipendente è cessato nel corso dell’anno precedente » . Nell'ipotesi di rapporto di lavoro cessato il 31 ottobre 2023 e di decorrenza della pensione dal 1° novembre, se l'incasso del primo assegno di pensione, con relativi arretrati, è avvenuto a gennaio 2024, opera o meno il limite dei 30mila euro? O meglio, aprendo la partita Iva nel 2024, considerato quanto sopra, si può accedere al regime forfettario se il reddito da lavoro dipendente fino a tutto il 31 ottobre 2023 era superiore a 30mila euro?
Il regime forfettario non può essere applicato dai soggetti che abbiano percepito, nell’anno precedente, redditi di lavoro dipendente e assimilati eccedenti l’importo di 30mila euro ( articolo 1, comma 57, lettera d- ter, della legge 190/ 2014, di Stabilità per il 2015). Per espressa previsione normativa, tuttavia, la verifica di tale soglia è irrilevante « se il rapporto di lavoro è cessato » .
Con la circolare 10/ E/ 2016, al paragrafo 2.1, l’agenzia delle Entrate ha chiarito che la verifica del limite di 30mila euro non dev'essere effettuata se il rapporto di lavoro dipendente è cessato « nel corso dell’anno precedente » , sempre che nel medesimo anno non sia stato percepito un reddito di pensione che, in quanto assimilato al reddito di lavoro dipendente, assume rilievo, anche autonomo, ai fini del raggiungimento della soglia citata.
Poiché nel 2023 il lettore non ha percepito alcun reddito da pensione, ne consegue l’applicabilità del regime forfettario nel 2024, posto che, a tal fine, rileva l’intervenuta cessazione del rapporto di lavoro nell’anno precedente.