Tariffe gas, spetta all'utente comunicare la « vulnerabilità »
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Una persona fisica, titolare di utenza gas residenziale, ha compiuto 75 anni nel mese di dicembre 2023. Si chiede se aveva titolo per rimanere nel mercato gas "Clienti vulnerabili" dal gennaio 2024. In caso affermativo, poiché il fornitore ha applicato a partire da tale data una tariffa più onerosa, si chiede se il titolare dell'utenza ha diritto alla rettifica del contratto e alla restituzione di quanto eventualmente pagato in più.
Nell’ambito delle forniture del servizio elettrico e/ o del gas, sono considerati “vulnerabili” i clienti domestici che si trovano in condizioni economicamente svantaggiate, ad esempio perché percettori di bonus, oppure quelli che sono affetti da disabilità e rientrano nelle previsioni di cui all'articolo 3 della legge 104 del 1992, o che risiedono in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi, così come quelli che hanno un'età superiore ai 75 anni.
Per tutti costoro sarà possibile rimanere nell’ambito del servizio di “maggior tutela” anche dopo la data di scadenza per il passaggio al libero mercato, che per il gas era fissata al 31 dicembre 2023. Per poter godere di tale agevolazione, peraltro, è necessario che gli interessati, qualora non fossero già identificati come “vulnerabili” dal proprio operatore, comunichino al proprio fornitore di trovarsi in una delle condizioni elencate, compilando e inviando l’apposito modulo di autodichiarazione, scaricabile dal sito dell’Arera ( Autorità di regolazione per energia reti e ambiente).
Ciò detto, il cliente vulnerabile che fruisce del servizio di maggior tutela può comunque scegliere in ogni momento di aderire a un’offerta del mercato libero con qualunque venditore, e viceversa. Venendo ai due quesiti posti dal lettore, sulla base di quanto precisato, nel momento in cui egli comunicherà all'esercente di trovarsi in una situazione di vulnerabilità, avrà diritto alla rettifica del contratto, mentre appare più problematica la restituzione di quanto eventualmente pagato in eccedenza, perché si deve supporre che l'esercente abbia correttamente operato, in base alle informazioni di cui disponeva.