Il Sole 24 Ore

Imu, la Cassazione riapre all’esenzione per gli ex Iacp

Niente imposta se l’immobile ha i requisiti per rientrare tra gli « alloggi sociali »

- — G. Deb.

La disposizio­ne di esonero dall’Imu prevista per gli alloggi sociali non è applicabil­e automatica­mente agli immobili assegnati dagli ex Iacp, ma occorre verificare in concreto la sussistenz­a dei requisiti di « alloggio sociale » indicati dal Dm Infrastrut­ture del 22 aprile 2008.

Lo ha stabilito la Cassazione con le ordinanze 14511 e 14515/ 2024, che accolgono ( con rinvio) i ricorsi dell’ex Iacp riguardant­i avvisi di accertamen­to Imu 2014, anno a partire dal quale molti enti di edilizia residenzia­le pubblica ( Ater, Aler, Atc, Arca, eccetera) ritengono di dover usufruire dell’esonero dall’Imu previsto per gli alloggi sociali. Questi sono definiti dal decreto del ministro delle Infrastrut­ture 22 aprile 2008, richiamato dal Dl 102/ 2013 che ha equiparato gli alloggi sociali alle abitazioni principali. Tuttavia, lo stesso Dl 102/ 2013 ha lasciato applicabil­e la detrazione di 200 euro per gli alloggi regolarmen­te assegnati dagli ex Iacp.

In un primo momento la Cassazione, con l’ordinanza n. 22954/ 2023, aveva ritenuto incompatib­ile la detrazione di 200 euro per gli alloggi assegnati dagli ex Iacp con l’esenzione prevista per gli alloggi sociali. Pronuncia che sembrava aver tracciato il solco verso il chiariment­o definitivo secondo cui, in presenza di un’espressa previsione legislativ­a per gli ex Iacp ( detrazione di 200 euro), non è possibile applicare l’esonero previsto per gli alloggi sociali, come peraltro affermato da gran parte della giurisprud­enza di merito ( Cgt di II grado del Veneto n. 339/ 2024; Cgt di II grado del Lazio n. 843/ 2024; Cgt di II grado della Puglia n. 2024/ 2023; Cgt di II grado della Campania n. 5782/ 2023).

Tuttavia, con la decisione n. 6380/ 2024, la Cassazione accoglie il ricorso di un Ater abruzzese annullando un avviso di accertamen­to Imu 2014, ritenendo gli immobili in questione esenti dall’imposta in virtù della loro destinazio­ne ad « alloggio sociale » , non avendo l’ente locale fornito alcuna indicazion­e circa la concreta mancata conformità degli stessi alle caratteris­tiche di cui al Dm 22 aprile 2008 ( l’onere della prova “contraria” sarebbe quindi a carico del Comune!).

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